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Ischitella/ Un processo al Visconti (XXIX parte).

Correva in quel tempo col patto di doverlo restituire alla raccolta anche in grano al prezzo della voce che si sarebbe stabilita da V.Ill, ma venuta poi il detto tempo della raccolta e propriamente nel mese di Agosto di detto anno il medesimo Ill.re Marchese ne fece eleggere per ogni tumulo col disegno che non sapendosi a qual prezzo si determinava la voce ,esigendo la sola quantità che aveva accredenzata ,qualora la voce era maggiore del prezzo in tempo l’aveva dato a credenza dovendo restituire il diggià ,gli seguiva molendola particolarmente con la gente povera ,onde stimò ben fatto di esigerne dal tomulo per esigerne il tomulo accredenzato per altro in caso doveva restituire lo avrebbe esatto .Per questa esorbitante esazione vi era in questa terra una comune lagnanza ,ma nel seguente mese di Settembre poi esigendo qui venuta la notizia della voce del grano stabilita dalla Vostra Udienza fattosi il conto della valuta di quello ,restituì a tutti dai quali aveva esatto due tomuli per ciascun tomolo ,mezzo tomulo e una uniforme di grano valutata a carlini due il tomulo giusta la voce predetta tanto che si ne dichiararono quanto ora ben contenti e sodisfatti ,molto più che altri cittadini benestanti avendo anche accredenzato il grano nell’anno passato ne hanno esatto nulla raccolta per ogni tomulo mezzo tomulo che vale a dire una migliore di già dell’esazione fattasene dal predetto Ill.mo Marchese.

Giuseppe Laganella