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Puglia/ Invasi per l’Aqp c’è il rischio di ulteriori riduzioni. Acqua tagliata del 10%: la crisi si aggrava.

Venti giorni di ulteriori restrizioni e la pioggia abbondante non hanno prodotto miglioramenti tangibili. Anzi, la situazione è sempre più grave: nonostante Aqp stia erogando il 10,7% di acqua in meno rispetto alla media storica, lo svuotamento degli invasi non accenna a rallentare. E rende sempre più concreto il rischio che dopo le riduzioni di pressione si arrivi a un vero e proprio razionamento.

I dati sono emersi ieri a margine dell’incontro che Acquedotto Pugliese ha organizzato con gli amministratori di condominio per parlare, tra l’altro, delle azioni di contenimento delle perdite. L’erogazione idrica si attesta infatti su 15.100 litri al secondo, contro una media storica del decennio pari a 16.910 litri al secondo. È l’effetto del taglio della pressione (oggi portata a 0,5 atmosfere), che a sua volta è dovuta alla crisi degli approvvigionamenti. Le sorgenti del Sele-Calore, ad esempio, stanno fornendo il 30% in meno dell’apporto idrico abituale. Il Pertusillo è sceso a 31 milioni di metri cubi, il Sinni a 46,6 (contro i 207 milioni medi dello scorso decennio): è un quinto della capienza abituale del più grande invaso europeo in terra battuta, dal quale tuttavia Aqp sta mantenendo i prelievi invariati per non mettere in crisi la Puglia centro-meridionale. E anche i pozzi del Salento, da sempre la valvola di sicurezza dei momenti più difficili, pur sfruttati al massimo stanno fornendo ilo 2.500 litri al secondo: il 10% in meno iella normale capacità.
Il contesto è dunque molto delicato. E non deve stupire se le previsioni degli esperti non sono confortanti. Per avere un impatto, la pioggia deve infatti cadere sulle aree lucane che ospitano le dighe. Il tempo di ricarica delle sorgenti irpine, molto più lungo, fa sì che la pioggia di oggi produrrà effetti soltanto tra molti mesi. Ecco dunque che, in base all’attuale situazione, tra un mese si potrebbe tornare a parlare di misure di emergenza per l’erogazione idrica.
Ieri intanto, come detto, si è parlato di interventi straordinari per il risanamento idrico. Il piano da 80 milioni riguarda 21 Comuni, tra cui Bari, Taranto e molti centri minori delle province di Bari e Bat e prevede l’intervento su 165 km di condotte che verranno sostituite con la creazione di nuovi distretti idrici. Si tratta – hanno spiegato! tecnici – di porzioni di rete equipaggiate per il monitoraggio e la regolazione automatica della pressione. Aqp conta di completare gli interventi nei prossimi anni: al momento sono in corso le gare per l’affidamento dei progetti, che dovrebbero concludersi entro il 2018. Complessivamente Aqp ha investito circa 300 milioni per la riduzione e il controllo delle perdite, intervenendo su 314 km di condotte, istituendo i distretti, introducendo le valvole automatiche di controllo della pressione e sostituendo due terzi dei contatori: l’effetto è la riduzione del 10% dei volumi d’acqua emessi in rete, senza alcun tipo di ripercussione sulla qualità del servizio. Ieri Aqp ha incontrato gli amministratori condominiali per parlare, tra l’altro, delle novità sulla fatturazione che verranno introdotte nel 2018. All’incontro ha partecipato il numero uno dell’Acquedotto, Nicola De Sanctis, che ha annunciato ulteriori appuntamenti dedicati agli specialisti del settore. Tra i vari temi, quello della gestione della morosità con iniziative sperimentali a supporto dei condomini, con nuove modalità di informazione sui consumi che dovrebbero rendere evidenti eventuali irregolarità nei pagamenti. Sul fronte dell’emergenza idrica, è stato ricordato che l’installazione delle autoclavi o delle pompe di sollevamento è ormai obbligatoria in molti Comuni (tra cui Bari), e dunque sono necessari interventi sugli edifici – specie su quelli di maggiore altezza o con un grande numero di appartamenti – per evitare problemi di erogazione conseguenti alla riduzione della pressione.

 

 

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