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Puglia/ C’era una volta la vista mare cemento sul 56% di litorale. Legambiente denuncia le trasformazioni delle coste fra il 1988 e il 2012, persi altri 80 chilometri.

C’era una volta, e c’è ancora d’accordo ma non più come prima, la Puglia affacciata sul mare. A cambiare, e talora irrimediabilmente, i paesaggi costieri lungo gli 810 chilometri di litorale è stata la mano dell’uomo e dunque la cementificazione. E poco importa, a conti fatti, che gli interventi di urbanizzazione siano avvenuti in maniera lecita o abusiva quando la natura dei luoghi è compromessa. Perché lo scempio, talvolta, si è manifestato nel pieno rispetto delle leggi. A fornire dunque il quadro della situazione, attraverso uno sguardo lungo che prende in esame un quarto di secolo, dal 1988 al 2012, il tutto il Paese è Vista mare. La trasformazione dei paesaggi costieri italiani di Legambiente: qualcosa di più di un dossier, è un libro di quasi 400 pagine che, curato da Edoardo Zanchini e Michele Manigrasso, verrà presentato a Roma. E, a proposito della Puglia, vi si legge che «tra il 1988 e il 2012 le trasformazioni del territorio costiero sono pari a 80 chilometri e sono avvenute per l’espansione dei centri urbani, sia grandi si minori, che si susseguono lungo la costa, per la nascita di nuovi insediamenti turistici ma anche per una edificazione sparsa in tratti in cui non sono presenti nuclei abitativi». Quanto alle aree dove si registrano trasformazioni più incidenti, allora, Legambiente evidenzia, fra gli altri, i casi di Rodi, Peschici e Santa Cesarea Terme mentre in Salento – fra Torre Mozza, Bilia Verde e Sant’Isidoro – si registra un raddoppio del consumo di suolo a causa dei nuovi insediamenti turistici. Non solo. «A preoccupare inoltre è l’aumento del cemento – denunciano Zanchin e Manigrasso – in tratti originariamente¬ agricoli, come a Peschici e Molinelli Zapponeta e Ippocampo e Margherita di Savoia. La Puglia ha visto scomparire in questi 24 anni 50 chilometri di aree agricole lungo la costa, a favore di seconde case, strutture ricettive, turistiche e ville di lusso». Come evidenzia Vista Mare in Puglia sono stati urbanizzati ben 454 chilometri di costa, il 56 per cento, trasformata da interventi antropici legali ma anche abusivi. «È importante che i Comuni pugliesi – commenta Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – recependo le indicazioni del Piano paesaggistico regionale, cambino modello di sviluppo puntando a guidare le trasformazioni lungo le coste verso la riqualificazione edilizia e la valorizzazione dei paesaggi rimasti integri. Occorre inoltre un radicale cambio di marcia sul fronte dell’abusivismo edilizio, puntando alla demolizione dei tanti edifici non a norma presenti sul territorio costiero così da dare un chiaro segnale di cambiamento rispetto al passato».

ANTONIO DI GIACOMO
repubblicabari