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Un processo al Visconti nel 1758 a Ischitella (58° parte)

anticamera andavano ;i suddetti medico Michelantonio d’Avolio e Michele Paolino fece con il medesimo fattanze per la confidenza che non esso usava a distinzione agli altri detto Marchese .Continuò a trattare col medesimo Visconti colla stessa confidenza e dopo due o tre giorni in atto di scherzo e di burla gli fece levare la spada d’argento e la tabacchiera anche d’argento e i bottoncini d’argento che teneva per le parti della camicia da Tomaso Protano e non ebbe riparo il medesimo Visconti di raccontare tale fatto al M.co Girolamo d’Avolio che era allora capo eletto e al Mag.co Agostino Vigilante di lui zio dichiarando che era seguito per scherzo e burla come intervennero questi due testimonianze in nota del Visconti per la prova e con questo e la lagnanza. Si stava perfezionando l’antico accomodo di detta strada predetta e ordinando di stare in potere del Marchese Giuliano di dette robbe tenute dal Visconti il quale frequentava le stesse confidenze ed interessi col medesimo mezzo verso le due del mese di giugno di detto anno 1758 ritrovandosi il Gio Batta Visconti unitamente con altri galantuomini di questo paese sopra il Palazzo di detto Ill.re Marchese si introdusse il discorso sul particolare dell’accomodo della strada e particolarmente della spesa che vi occorreva la quale la stava facendo detto Marchese che gli si doveva rimborsare da questa Università il medesimo Gio Visconti per farsi chiamare le robbe enunciate propose che in mano del Mag.co Governatore si trovavano depositati ducati venti i quali si pretendevano dal Governatore dell’Università agente in Napoli per il suo onorario e perché detto Governatore non era stato eletto dall’Università perciò credeva di non doverseli pagare all’incontro dubitava che il nominato Governatore se li avesse consumati e perciò avendoli come per perduti affari di farne una cessione ad esso Ill.re marchese ,il quale esigendoli avrebbe potuto impiegarli alla spesa che occorreva per detto accomodo della strada giacchè non aveva altro denaro dell’Università da poter disporre a tal uso .L’Ill.re Marchese Giuliano avendo inteso ne dichiarò di esser contento di detta cessione ed infatti fu disteso da Michele Paolino allora mastrodatta di questa corte i medesimi seguenti che teneva depositati al potere del M.co Michelantonio di Cato Governatore di questa terra ducati diciotto egna 10 e carlini 18 in potere di Gio Peres ufficiale economo della Padula ,gli stessi che si trovavano da dare al Procuratore in Napoli per suo onorario ,il quale non essendo stato eletto da questa Università per non averne avuto bisogno, perciò esso Sindaco Visconti li dava e rinunciava in beneficio dell.Ill.mo Marchese di Giuliano suddetti ducati 20 i quali aveva esitato d’ordine di esso Sindaco per accomodo di detta strada, senza che avesse il Visconti predetto più pretenderlo stando la cessione enunciata sotto ,sotto della quale cessione concepita nel farsi trasferita firmò esso Gio Batta Visconti.
Continua-

Giuseppe Laganella

 

 

 

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