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Tumori/ La Puglia punta sugli ioni. Studio di fattibilità per un centro di adroterapia all’Oncologico: costerà 20 milioni

Bombardare i tumori con gli ioni di carbonio, in grado di distruggerli anche quando le radiazioni tradizionali falliscono. Si chiama adroterapia ed è, da un decennio, l’ultima frontiera dell’oncologia: al posto dei raggi X, si utilizzano ioni di carbonio e protoni emessi da un acceleratore di particelle. Il centro di riferimento italiano è il Cnao di Pavia, dove oggi convergono pazienti da tutta l’Italia. Ma il ministero della Salute ha chiesto alle Regioni di garantire cinque centri a livello nazionale, di cui uno anche al Sud: e, sfidando Napoli, Bari è partita per prima.
Il progetto iniziale, firmato dal capo dipartimento Giancarlo Ruscitti sulla base di una relazione tecnica predisposta dall’Aress, è stato approvato ieri dalla giunta regionale. Prevede la creazione
in Puglia di un centro per la adroterapia equivalente a quello di Pavia, cioè con entrambe le tecnologie (ioni carbonio e protoni) da realizzare all’Oncologico di Bari. Ma servono tempo (almeno due anni) e soldi (non meno di 20 milioni), da reperire attraverso i fondi europei o il Patto per la Puglia. Per questo lo stesso Irccs è stato incaricato di predisporre entro settembre uno studio di fattibilità, anche per definire le risorse economiche necessarie. Si tratta in sostanza di realizzare le due sale per i trattamenti e un acceleratore di particelle, che non si compra dal concessionario: è una tec¬nologia in mano a tre-quattro produttori ‘in tutto il mondo.
«Un centro di protonterapia – è l’analisi di Ruscitti – sarà attrattivo per tutto il Sud, Sicilia compresa. E per l’Oncologico costituirebbe il salto di qualità: ne qualifica sia la parte assistenziale che la
ricerca». Senza contare l’aspetto prettamente economico. Inizialmente l’adroterapia era disponibile solo per i pazienti di Lombardia ed Emilia, ma oggi è stata inclusa tra i nuovi Lea ed è rimborsata dal servizio sanitario: costa alle casse delle Asl fino a 24mila euro a trattamento. In Puglia – secondo l’Aress – i casi eleggibili sarebbero circa 1.300 l’anno (più un 10% di secondo trattamento), e dunque i conti sono presto fatti.
L’adroterapia permette di trattare quei tumori localizzati vicino a organi sensibili (alla base del cranio, lungo la colonna), che non possono essere raggiunti per via chirurgica né possono essere irradiati con grandi dosi di raggi X: gli«adroni» invece risparmiano i tessuti sani. Un altro settore molto promettente è la cura de i tumori pediatrici, per i quali si ottengono tassi di sopravvivenza molto alti.

 

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