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Vieste/ Interrogati dal gip i due garganici accusati di tentata estorsione ai danni di un imprenditore vittima di una serie di interventi

“Non tentai d’investire il costruttore” si difende l’indagato, tace il complice.

Si sono dichiarati innocenti i due viestani – Gianluigi Troiano di 25 anni e Vincenzo Lungi di 40 anni – arrestati nei giorni scorsi dai carabinieri su ordinanze cautelari in carcere in quanto accusati di tentata estorsione ai danni di un imprenditore edile del posto. Troiano, pur dichiarandosi innocente, si è avvalso della facoltà di non rispondere alle contestazioni del gip del Tribunale foggiano Elena Carusillo che ha firmato il provvedimento cautelare; ha risposto invece alle domande Langi, negando le accuse e aggiun-gendo che non ci fu alcun tentativo di investire con l’auto la parte offesa, episodio avvenuto il 7 dicembre scorso quando Langi alla guida di una «Nissan Qashqai» e con a bordo Troiano, sfiorarono alla schiena con lo specchietto esterno l’imprenditore. Al termine degli interrogatori l’avvocato Salvatore Vescera, difensore dei due indagati, ha chiesto al gip la scarcerazione e in subordine la con-cessione dei domiciliari, istanza su cui il giudice deciderà nei prossimi giorni: il legale sta valutando anche il ricorso al Tribunale della libertà di Bari. I due viestani sono accusati di concorso in tentata estorsione per aver cercato di costringere l’imprenditore «a versare una somma imprecisata di denaro» contesta la Procura, per fatti avvenuti tra il 5 e 8 dicembre 2017 (Troiano risponde anche di ricettazione di un’auto e danneggiamento). Il 5 dicembre scorso Troiano insieme ad una persona rimasta sconosciuta ed a bordo di una «Fiat Punto» sfondò – contesta l’accusa – il cancello di casa dell’imprenditore, causando un danno di 5mila euro. Ancora Troiano avrebbe avvicinato un conoscente dell’imprenditore chiedendogli «che capa avesse», con riferimento alla parte offesa che «non gli aveva affidato la guardiania dei mezzi meccanici parcheggiati nel cantiere» prosegue la contestazione della Procura; il 7 dicembre ci fu l’episodio dell’investimento con l’auto guidata da Langi e con accanto Troiano; il giorno dopo i due indagati avrebbero svuotato poi un secchio di cenere in un impasto di cemento nel cantiere dell’imprenditore, stazionando inoltre davanti casa della vittima. L’indagine dei carabinieri e della Procura era partita il 24 novembre quando l’imprenditore, impegnato nell’esecuzione di lavori a Vieste, trovò accanto ad un escavatore parcheggiato nel cantiere un cero votivo acceso. Un analogo episodio era avvenuto nelle settimane precedenti quando un collaboratore della vittima aveva trovato un cero votivo, spento, vicino l’auto: quando poi nel cantiere era stato trovato il cero votivo acceso, i due episodi erano stati collegati ed era scattata la denuncia ai carabinieri.

gazzettacapitanata

 

 

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