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Un processo al Visconti a Ischitella nel 1758 (86° parte).

Ricevuto nello stesso giorno e stesso luogo.
Michele Masella di questa terra d’Ischitella dice di essere mastro scarparo di età sua di anni 40 si suo interesse come detto testimone col giuramento nell’interesse disparatamente sul presente interesse di prima.
Inteso esso testimone sa se in questa terra d’Ischitella fosse stato formato il catasto generale a tenore delle istruzioni del Supremo Tribunale della Regia Camera e se quello sia stato pubblicato ed eseguito fino al presente giorno e non essendosi eseguito per colpa di chi e e per quale causa detto sig.re dice la verità che io so sopra quanto mi si domanda e come dopo aver fatto dimora nella terra di Cagnano per lo spazio di 14 anni ,circa tre anni addietro mi ritirai in questa terra d’Ischitella maia patria ed intesi pubblicamente dire e raccontare tra questi miei paesani che fin dall’anno 1748 in 1749 fu pubblicato in essa il catasto qual’ era stato fatto ,con essersi cominciato ad eseguire col catastuolo che fu formato al tenore del catasto predetto il quale si continuò per uno o due anni appresso ,ma che poi si era desistito di fare già ilo predetto catastuolo e dai governanti protempore di questa Università si è formata da essi una tassa volgarmente detta a battaglione con caricatosi rispettivamente nei pesi per i cittadini ,come meglio loro è paruto senza che alcuno mai ne sia stato inteso e pure hanno eletto i deputati i quali tra di loro senza nemmeno sentire i cittadini predetti hanno formato detta tassa a battaglione la quale poi irremisibilmente si è fatta e nonostante che di ciò i medesimi cittadini se ne fossero intesi gravati ed in ogni anno i governanti se ne fossero lamentati pretendendo che si fosse eseguito il catasto pure per essere stati i sindaci protempore e gli eletti persone benestanti ai quali rendeva contro che si fosse fatta detta tassa a battaglione e non si fosse eseguito il catasto per avere la libertà – Continua.

Giuseppe Laganella