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Peschici/ Una tonnellata di marijuana assolto il giovane garganico. Regge l’alibi, era al funerale di un parente morto ammazzato.

Assolto Raffaele De Noia, 22 anni di Peschici, arrestato in flagranza il 15 giugno del 2017 con l’accusa di concorso in detenzione ai fini di spaccio di circa mille chili di marijuana sequestrati dalla Polizia. La sentenza assolutoria è stata pronunciata dal gup del Tribunale di Foggia Domenico Zeno al termine del processo abbreviato condizionato all’interrogatorio di 4 testimoni chiesto dal di¬fensore, l’avvocato Francesco Santangelo: lo stesso pm al termine della requisitoria ha chie¬sto l’assoluzione di De Noia che si è sempre dichiarato innocente. Il fatto che l’ingente quantitativo di droga fosse stato trovato in un casolare di proprietà anche dell’imputato, mai usato, non è sufficiente – ha detto il difensore in arringa – per ipotizzare un coinvolgimento del giovane garganico nell’importazione di quella droga dall’Albania, anche perchè aveva un alibi che dimostrava come fosse nel nord Barese in quel periodo; e i tabulati telefonici dimostra¬vano che non c’era alcun contatto tra De Noia è gli albanesi custodi della droga che alla vista dei poliziotti scapparono a piedi e si dileguarono. De Noia fu arrestato a metà giugno e tra-sferito in carcere a Foggia: il gip convalidò l’arresto e ordinò la prosecuzione della deten¬zione in cella; dopo oltre un mese dopo il giudice ritenne attenuate le esigenze cautelare e concesse al peschiciano gli arresti domiciliari: da tempo era stato rimesso in libertà.
Che le coste di Vieste, in minor misura di Peschici, fossero e siano punto di approdo di tonnellate di marijuana trasportata dall’Alba¬nia a bordo dì gommoni, scafi e yacht lo di¬mostrano indagini a lungo termine ed una serie di sequestri in flagranza di ingenti partite di droga effettuati negli ultimi anni e nei mesi scorsi. I poliziotti – per quanto fu detto in occasione del sequestro dei mille chili di «erba» del 15 giugno di un anno fa – ricevettero un’in¬formazione su uno sbarco di droga avvenuto in quei giorni, con la sostanza stupefacente custodita nell’entroterra in attesa di essere distribuita. I poliziotti individuarono così una villa in costruzione in località «Buria» nelle cam¬pagne di Peschici e vi fecero irruzione, recu-perando la droga mentre i due custodi scap¬parono, dileguandosi nei campi. Fu individuato in De Noia il proprietario dell’immobile in costruzione e convocato sul posto: ai poliziotti disse di non sapere niente di quella quella marijuana e fornì un’ alibi spiegando di aver trascorso gli ultimi giorni fuori Peschici e fuori la Capitanata, partecipando ai funerali di un parente ammazzato a Bisceglie nel nord barese l’11 giugno di un anno fa. I poliziotti non gli cedettero e lo arrestarono, come non gli credette il gip. L’avv. Santangelo ha optato per il processo abbreviato condizionato all’interrogatorio d tre testimoni sentiti in aula e che hanno confermato l’alibi di De Noia, mentre l’interrogatorio di un quarto testimone – un poliziotto che partecipò alle indagini – è stato chiesto dal pm è ammesso dal gup. All’esito di questo supplemento d’indagini sia la Procura sia la difesa hanno chiesto l’assoluzione di Di Noia, come da sentenza del giudice: l’imputato non sapeva nulla di quella tonnellata di marijuana.

gazzetta capitanata