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Puglia/ Legambiente: spiagge, 516 rifiuti ogni 100 metri

Un enorme piatto, posate, ima bottiglia e una mega cannuccia. Sono gli «usa e getta giganti» che Legambiente, a fine luglio, ha por­tato su una spiaggia di Peschici per l’ultima tappa pugliese di Goletta Verde. Il «trash mob esage­rato» aveva uno scopo: denuncia­re la gravità dell’impatto che gli usa e getta, se non smaltiti cor­rettamente, hanno sull’ambiente per centinaia di anni, senza scom­parire mai del tutto, frammentan­dosi in miliardi di microplastiche che raggiungono facilmente il ma­re finendo col contaminare la ca­tena alimentare. Oggi la campa­gna «Usa e getta, no grazie», nata per stimolare il cambiamento di abitudini dei cittadini e un inter­vento più deciso dei governi per arginare il «marine litter», si chiu­derà a Roma, dopo due mesi di viaggio con Goletta Verde in 22 tappe. Ma i numeri dei rifiuti usa e getta censiti da Legambiente sulle spiagge italiane, comprese quelle pugliesi, sono impietosi. Su 78 spiagge monitorate nel 2018, un’area pari a 60 campi da calcio, i volontari hanno trovato quasi 50mila rifiuti, una media di 620 rifiuti ogni 100 metri. Di questi l’80% è plastica e ben un rifiuto su tre è stato creato per essere gettato immediatamente dopo il suo uti­lizzo e appartiene alle categorie di bottiglie e tappi, stoviglie, buste, rinvenuti sul 95% delle spiagge monitorate. Dall’inizio dell’anno a oggi, i volontari di Legambiente hanno pulito almeno 500 spiagge italiane rimuovendo circa 180mi­la tra tappi e bottiglie, 96mila cotton fioc e circa 52mila tra piatti, bicchieri, posate e cannucce di plastica. Stando agli ultimi dati dell’indagine «Beach Litter» in Puglia, su un’area complessiva di 54.400 metri quadrati, i volontari di Legambiente hanno riscontrato una media di 516 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia, per un totale di 3093 rifiuti. La plastica si conferma il materiale più presen­te con il 92% degli oggetti rinve­nuti, seguita da carta/cartone (2,3%), vetro/ceramica (2,1%) e metallo (1,3%). Per 4 spiagge su 6 la percentuale di plastica eguaglia o supera il 90% del totale dei rifiuti monitorati. Il 73% dei rifiuti re­gistrati sulle spiagge pugliesi sono rappresentati da 10 tipologie di og­getto: tappi e anelli di plastica, bottiglie e contenitori di plastica per bevande, bicchieri, cannucce, posate e piatti di plastica e pezzi di polistirolo. Il 6% dei rifiuti mo­nitorati è costituito da cotton fioc, con una media di 30 bastoncini cotonati ogni 100 metri. La loro presenza è stata registrata in 4 spiagge su 6. Le reti per la col­tivazione dei mitili, invece, sono presenti in 5 spiagge su 6, occu­pando il terzo posto della classifica regionale degli oggetti più ritro­vati sulle spiagge.

Sul fronte delle microplastiche in mare, i risultati dei monitorag­gi condotti in questi anni da Arpa Puglia, mettono in evidenza che le densità delle microplastiche nel Mar Adriatico pugliese cresce no­tevolmente a 10 km dalla costa, per aumentare ancora a 20 km dalla costa. In particolare, nella zona a nord del Gargano, a Foce Capojale, si registrano elevate densità. A tal proposito, Legambiente Pu­glia lo scorso aprile ha depositato presso la Procura di Foggia un esposto/denuncia contro ignoti: le spiagge del Gargano, infatti, sono diventate veri e propri punti di accumulo di rifiuti marini a causa della conformazione geomorfolo­gica della costa, delle correnti dell’Adriatico ma anche delle at­tività di pesca e acquacoltura. Tra i rifiuti monitorati sul Gargano, spiccano proprio le calze per la mitilicoltura: l’80% di queste è sta­to rinvenuto sulla sola spiaggia «Isola di Varano», nel comune di Ischitella. Di qui l’ordinanza con la quale, dallo scorso 1° mag­gio, il sindaco delle Tremiti ha messo al bando contenitori e sto­viglie monouso non biodegrada­bili. «Auspichiamo che anche altri sindaci seguano l’esempio – dice Francesco Tarantini (Legam­biente) – vietando l’uso di stoviglie usa e getta in plastica. E chiedia­mo alla Regione Puglia un tavolo tecnico per l’attuazione del fishing for litter, che coinvolga pescatori, Direzione marittima, Autorità portuale, Arpa e Ager per la pre­venzione, la gestione e il riciclo dei rifiuti trovati in mare».

[b. mart.]