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Puglia/ Assegni di cura, malati in rivolta. La Regione finisce sotto accusa

Assegni di cura, la Regio­ne Puglia finisce di nuovo sot­to accusa. «Non rispetta gli impegni assunti nell’ultimo tavolo disabilità del 2 ago­sto», protesta il Comitato 16 Novembre, una delle associa­zioni pugliesi che rappresen­tano i disabili gravi e gravissi­mi di tutta la regione che adesso minacciano azioni eclatanti. La presidente del Comitato, Mariangela Lamanna, è sul piede di guerra.

«L’accordo – rimarca Lamanna – era che le stesse as­sociazioni avrebbero dovuto rivedersi nella settimana che va dal 3 al 10 settembre, per produrre un bando che non lasciasse le porte aperte ad al­cun errore, come è già avve­nuto. Nei giorni scorsi abbia­mo richiesto rincontro e per­sonalmente contattato l’as­sessore al Welfare, ma senza esito». L’assessore Salvatore Ruggeri, dal canto suo, ribat­te: «Dopo la Fiera, incontrere­mo le associazioni. Loro lo sanno. In questi giorni siamo impegnati con l’inaugurazio­ne della Campionaria». Nel mirino delle associa­zioni dei disabili, il bando 2018-2019, con relative linee guida approvate dalla giunta pugliese il 7 agosto scorso.

«Esprimiamo grande preoc­cupazione – incalza Lamanna – per quanto si verificherà da qui a breve per le famiglie pu­gliesi che continuano a vagare nella disinformazione totale, a pochi giorni dall’entrata in vigore del nuovo bando di cu­ra. Auspichiamo che le istitu­zioni recepiscano la nostra denuncia, onde evitare lo spiacevolissimo ripetersi di moti di protesta da parte delle persone più fragili della no­stra regione che hanno diritto alla maggiore tutela, perché chi ha liberamente scelto di farsene carico istituzional­mente, deve porre il massimo impegno e, se non è in grado di farlo, vada a casa». Le criticità rilevate dalle associazioni, che nelle riunioni agostane avevano avanzato delle proposte precise, riguar­dano risorse e linee guida. «Non si parla più di Isee – di­ce Lamanna – ma di fragilità, com’è giusto. Però, come si valuterà questa fragilità eco­nomica, se non attraverso la presentazione dell’Isee?». Non solo. Sul piatto ci sono solo 25 milioni di euro. Bri­ciole, rispetto al fabbisogno. Altro nodo è la rendicontazione delle spese sostenute per il care giver – formale o familia­re – che dovrebbe avvenire bi­mestralmente. «Secondo la Regione – denuncia Lamanna – se nel corso dell’anno 2019 sarà applicata la disciplina na­zionale sul Fondo per l’attività di cura non professionale del care giver familiare, per rice­vere l’assegno di cura biso­gnerà rendicontare. Immagi­niamo già – conclude la presi­dente del Comitato 16 Novem­bre – il caos nel quale, in itinere, si troveranno le fami­glie, alle prese con assunzioni e soldi che non bastano se non per una manciata di ore di assistenza». Nel bando, protestano le associazioni, si fa anche un passo indietro ri­spetto al limite dei giorni di ricovero in un semestre, pena la sospensione dell’assegno di cura: da 60 passa a 30. L’asses­sore Ruggeri rassicura. «Le li­nee guida – dice – potranno essere modificate, fermo restando che purtroppo la som­ma a disposizione è quella di 25 milioni di euro».

Lucia del Vecchio

corrieremezzogiorno