Menu Chiudi

Un processo a Visconti a Ischitella nel 1758 (175°- 176° parte).

Visconti ,ed io ripugnai di consegnarli peri suddetti ducati 18,80 adducendo per la consegna che siccome si trovavano depositati d’ordine della regia Camera ; cosa che per potersi liberare vi bisognava un altro ordine di detta Regia Camera e ,di ciò si rese suo uso detto Ill.re Marchese e non mi feci altra premura ,cosìchè ducati 18.80 continuavano a stare in potere mio depositati,nè altro di questo io so,ed è la verità in causa facientis.

Inteso del costituito detto Sig,re quando detto Ill.re Marchese mi richiese i suddetti 18 ducati .80 non vi era altra persona e perciò da ogni persona si può deporre.

Don Michelantonio de Cato Governatore di questa terra sopradetta.

Dell’Acqua Presidente.

àààààààààààààààààààà

Un processo al Visconti nel 1758 a Ischitella (176° parte).

Ricevuto nello stesso luogo e stesso giorno.

Gio Batta Pizzarella di questa terra d’Ischitella dice fare il serviente della corte medesima d’età sua di circa anni 50 inteso come detto testimone con giuramento inteso espressamente sopra il presente interesse di prima.

Inteso se esso testimone sa se al Mag.co Gio Batta Visconti di questa terra d’Ischitella fosse mai stato arrestato qualche cavallo da chi,come, quando dove d’ordine da chi e per quale causa detto Sig.re la verità ,che in io so sopra di quanto mi si domanda , e come ritrovandomi a servire la corte di questa terra d’Ischitella mia patria in qualità di giurato in uno di quei giorni della fine del mese di Agosto del prossimo passato anno 1758 non ricordandomi il preciso per la lunghezza del tempo essendomi incontrato in questa pubblica piazza con Michele Paolino ,che allora era mastrodatta di questa corte locale il medesimo mi ordinò che fossi andato ad arrestare il cavallo del Mag.co Gio Batta Visconti ,che allora era Sindaco di questa Università senza spiegarmi la causa nei cui seguiva d’arresto per il quale mi fossi unito con noi due guardiani dell’Ill.re Marchese Giuliano chiamati Pietro Cessa e Costantino Cortese ,atteso aveva dato già l’ordine ai medesimi di doversi unire con me ed arrestare detto cavallo ed io per ubbidirlo essendomi unito con noi i predetti guardiani i quali già mi dissero che che avevano avuto lo stesso ordine mi conferii unitamente con essi nella casa d’abitazione del del nominato Visconti avanti alla quale e propriamente innanzi alla porta della stalla avendo trovato legato il cavallo lo sciolsi alla capezza e lo condissi con l’assistenza di detti guardiani in arresto nella stalla della pubblica osteria e lo consegnai all’affittatore di quella predetta Giuseppe Montanaro.Dopo tre o quattro giorni seppi che fu restituito il predetto cavallo in casa di Gio Batta Visconti ,ma non socme sia seguita detta restituzione né altro di questo io so.Continua

Giuseppe Laganella