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Foggia e Provincia: oltre 3.187 chili di droga sequestrati e 230 arresti. I numeri dell’affare

Oltre tre tonnellate e 187 chili di droga sequestrate per un valore al dettaglio di sva­riate decine di milioni di euro; più di 36mila piante di can­nabis estirpate in 6 pianta­gioni (è dalle foglie essiccate e trattate che si ottiene la ma­rijuana); oltre 230 arresti ese­guiti in flagranza e su prov­vedimenti restrittivi della ma­gistratura, tra ordinanze cau­telari per nuovi affari e ordini di carcerazione per vecchie pendenze con la Giustizia. Bi­sogna confrontarsi con questi dati, sia pure ufficiosi, relativi alla lotta ai trafficanti e spac­ciatori di droga in città e pro­vincia nei primi 8 mesi e mez­zo del 2018 da parte delle forze dell’ordine, per comprendere la portata dell’affare crimina­le, quello capace di moltipli­care per dieci gli investimenti. Il maxi-sequestro di 48 ore fa al largo delle coste del Gargano – due scafisti albanesi in ma­nette, recuperata una tonnel­lata e 718 chili di marijuana per un valore sul mercato sti­mato dalla Guardia di Finanza nell’ordine di 15 milioni di euro – conferma l’entità dell’af­fare che travalica i confini del Foggiano e spiega anche come e perché per la droga si uccida e si combattano guerra per gestire il business.

IL 2017 FU L’ANNO RE­CORD –

Il 2017 è stato l’anno record in Capitanata sul fronte dei sequestri di droga. Nel cor­so di varie operazioni condotte da carabinieri, poliziotti e fi­nanzieri furono tolte dal mer­cato ben 13 tonnellate e 299 chili di droga, ed arrestate oltre 300 persone. Consideran­do che nel 2017 gli arresti com­plessivi eseguiti in Capitanata furono 2.100, significa che un fermo su tre riguarda storie di droga: furono 6 i blitz anti­droga sui 34 complessivi. Fu­rono invece furono 577 i chili sequestrati nel 2016; 470 del 2015; e oltre 1.300 del 2014. Il «boom» dei sequestri del 2017 lo si deve alle quasi 13 tonnellate di marijuana seque­strate per l’80% sulle coste del Gargano, Vieste soprattutto, diventata punto di sbarco per il traffico di «erba» (così viene chiamata in gergo la marijua­na) importato dall’Albania, tra­sportato su gommoni, yacht e velieri sul Promontorio per essere sbarcato a terra e da qui smistato non solo nel Foggiano ma in varie zone d’Italia ad alimentare i vari mercati. Af­fare milionario che ha fatto entrare alcuni esponenti di clan foggiani nel giro del nar­cotraffico internazionale. Va considerato che mediamente la droga sequestrata dalle forze dell’ordine è un decimo di quella trafficata.

I 3 MAXI-SEQUESTRI

Le 3 tonnellate e 187 chili di so­stanza stupefacente tolti dal mercato da settembre ad oggi, dicono quindi che in 8 mesi e mezzo si è già abbondante­mente superata la quantità di sequestri eseguiti complessi­vamente nel triennio 2014-2016. Anche quest’anno il sequestro più ingente di sostanza stu­pefacente – ancora marijuana – è avvenuto al largo del Gar­gano, tra Lesina e San Ni­candro, nell’operazione «fir­mata» l’altra notte dalle mo­tovedette delle Fiamme Gialle che hanno intercettato un gommone di 10 metri con 104 colli per complessivi 1718 chili: il prosieguo delle indagini magari dirà chi fossero i desti­natari e gli acquirenti di quel po’ po’ di marijuana prove­niente dall’Albania. Il seque­stro di 48 ore fa segue quello sempre di marijuana avvenuto al largo di Vieste il pomeriggio del 25 gennaio, quando ancora le motovedette della Guardia di Finanza intercettarono vi­cino Pugnochiuso un gommo­ne di 9 metri con a bordo due scafisti albanesi che buttarono in mare parte del carico, ap­prodarono a terra e scappa­rono a piedi venendo arrestati poco dopo nell’entroterra; l’operazione si concluse con il recupero del carico, 885 chili di marijuana in 55 colli che avrebbero fruttato al dettaglio 8 milioni di euro, secondo le stime investigative. Il terzo maxi-sequestro di droga è quello in un garage di Carapelle, dove la Polizia lo scor­so 27 agosto rinvenne 121 chili di hashish e arrestò in fla­granza un cittadino del Ma­rocco.

L’AFFARE PIANTAGIONI –

I numeri dicono che da gen­naio a oggi sono stati seque­strati circa oltre 2.879 chili di marijuana con quasi 50 ar­resti; più di 302 chili di hashish con arresti a quota 100; 5 chili di cocaina con l’arresto di 70 persone; in calo invece i sequestri di eroina, meno di 7 etti dal mercato da gennaio ad oggi, con una dozzina di arres­ti. Sono state inoltre scoper­te ed estirpate una mezza dozzina di piantagioni di cannabis (il record su questo fronte è del 2016 con 23 piantagioni scoperte e 200mila piante di cannabis estirpate) tra Chieuti, Peschici e soprattutto la zona tra Cerignola, Trinitapoli e Margherita di Savoia con oltre 36mila piante estirpate e una quindicina di arresti in flagranza. Dei 20 blitz complessivi coordinati dalla ma­gistratura dall’inizio dell’anno con emissione di provvedi­menti cautelari, 6 hanno ri­guardato traffici e spaccio di droga (3 sul Gargano, di cui 2 a Vieste contro presunti espo­nenti dei clan in guerra pro­prio per assumere il controllo dell’affare) controllo con l’emissione di una quarantina di decreti di fermo e ordinanze cautelari in carcere e ai do­miciliari. Le intercettazioni su cui poggiano essenzialmente i blitz antidroga sono quanto mai indicative di entità dell’af­fare («dobbiamo fare una for­tezza di soldi» dice un indagato del blitz «Agosto di fuoco») e dei rischi del… mestiere: sem­pre in «Agosto di fuoco» si parla della guerra in corso col clan rivale; dei progetti di mor­te dei rivali arrivando a ipo­tizzare un triplice omicidio per infliggere un colpo decisivo al nemico; dei pestaggi dei pic­coli pusher colpevoli d’essere passati a spacciare da un clan all’altro; della necessità di fare sempre più soldi per acqui­stare armi con cui fronteggiare i rivali; e della necessità – come svelato dal blitz «Santa muer­te» del maggio scorso con 16 arresti nella zona di Vico del Gargano – di far fronte subito e in contanti ai pagamenti dei fornitori anche se il carico viene poi intercettato dalle for­ze dell’ordine per non rischia­re d’essere uccisi. Nel mondo della droga i «pagherò» non valgono il costo della carta su cui sono scritti.

I 23 CHILI TROVATI IN CIT­TÀ –

A Foggia i due sequestri più ingenti di sostanza stu­pefacenti in questi otto mesi e mezzo li hanno eseguiti gli agenti del gruppo «Falchi» del­la squadra mobile, arrestando in flagranza due foggiani già noti alle forze dell’ordine per vicende analoghe e togliendo dal mercato quasi 23 chili di sostanze stupefacenti varie, da cui si sarebbero potute rica­vare oltre 81mila dosi medie droganti che se immesse sul mercato al dettaglio avrebbero comportati guadagni per cen­tinaia di migliaia di euro. Il sequestro più ingente avvenne il pomeriggio del 18 gennaio con i poliziotti che fecero ir­ruzione nei locali al pianter­reno di uno stabile di viale Candelaro, rinvenendo 7 chili e 200 grammi di marijuana; 5 chili di hashish; e 505 grammi di cocaina: fu arrestato in fla­granza un foggiano condan­nato in primo grado nel mag­gio successivo a 6 anni di reclusione al termine del giu­dizio abbreviato. Il secondo sequestro in città è quello del 26 giugno con il rinvenimento di quasi 10 chili tra hashish e marijuana e l’arresto di un foggiano che ha poi patteggiato una condanna a 2 anni di reclusione.

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