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Vieste – E’ MORTO ENZO SPALATRO, UNA VITA DA MAESTRO….

Sicuramente in questa calda giornata di settembre avrebbe voluto essere su uno dei suoi amati trabucchi. Lì sopra Enzo avrebbe armeggiato fra reti ed altri attrezzi di manutenzione. Per la loro sopravvivenza qualche decennio fa iniziò, solo ed inascoltato, una battaglia difficile. Lo ricordiamo ancora quando nel 1997 si presentò nella redazione de “Il Faro” per parlarci di cosa stava per accadere ai trabucchi, del rischio allora di perderli per sempre. Negli anni in molti gli si sono affiancati, attratti dalla passione e dalla conoscenza con cui parlava di queste macchine da pesca, uniche nel loro genere sul Gargano. Per loro non ha mai lesinato le forze e le risorse.Con passione, fino a pochi mesi fa, parlava ancora di come preservarli, anche dagli opportunismi.

Una vita da maestro. Prima come insegnante e poi come mastro trabuccolante. Sempre con asciutta passione. Senza fronzoli o narcisismi. Della serie quando l’abito non fa il monaco. Enzo, fratello minore del gigante don Antonio in odore di beatificazione. Ma pochi sanno che la gioventù di Enzo e i primi proventi frutto dei primi risicati stipendi da maestro di scuola elementare, hanno contribuito a colmare una parte di pendenze che don Antonio aveva lascito perchè donati ai più bisognosi. Una vita particolare, come solo la vita ti riserva, quella di Enzo. Entra nella scuola giovanissimo, dove vi resta per oltre quarant’anni. Fu uno dei primi operatori turistici. Passò, a metà degli anni sessanta, dalla gestione di alcuni servizi a Pugnochiuso per approdare nel 1969 nella magnifica Baia delle Zagare. Con Antonio Troia fu il primo gestore della spiaggia. Coniò per l’albergo dei due faraglioni lo slogan “Là dove la natura diventa fiaba”, che campeggiò per decenni sui manifesti di mezzo mondo. Inventò il ristorante la Kambusa. Sempre ligio alle regole e nelle regole. Discreto ma determinato sposò e condusse da solo la battaglia della rinascita dei trabucchi, quando alcuni furbi prezzemolini benpensanti lo lasciarono alla deriva solo perché ostacolava la loro trasformazione in macchine commerciali. Qualche idiota arrivò persino ad accusarlo di aver abusato di alcuni contributi destinati alla loro manutenzione. Imbecilli!! Uomo e maestro di altri tempi. In questa generazione, arriverà il momento, che ci pentiremo non solo per le parole e per le azioni di quelle persone cattive, ma per lo spaventoso silenzio delle persone buone. Un abbraccio grande Enzo. Noi non ti dimenticheremo.