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“Resto al sud”, incentivi anche per i professionisti. Ma la Puglia resta al palo: solo 67 domande approvate

La Campania lascia per strada gran parte dei fondi eu­ropei, ma si rivela decisamen­te virtuosa e vivace nella rin­corsa agli incentivi per le ini­ziative imprenditoriali al Sud; la Puglia invece utilizza più o meno tutto il fiume di risorse targato Bruxelles, ma rimane in fondo alla graduatoria delle regioni che sfruttano le op­portunità a vantaggio dei ter­ritori disagiati offerte dal go­verno nazionale. È questo lo scenario contraddittorio che affiora da numeri e luoghi re­lativi a “Resto al Sud”, la misu­ra attivata dal 15 gennaio e ge­stita da Invitalia che prevede misure adeguate per scongiu­rare il rischio di una desertifi­cazione del tessuto socioeco­nomico del Mezzogiorno. L’obiettivo, fissato con un decreto approvato dal gover­no Tanno scorso, è trattenere al Meridione spunti impren­ditoriali e iniziative in grado di rivitalizzare un territorio colpito da un’emigrazione che appare senza sosta. E proprio per dare qualche possibilità in più a chi decide di non prendere la strada del Nord o di traslocare all’estero, il nuo­vo governo prevede un allar­gamento della cerchia dei be­neficiari attraverso la legge di bilancio del 2019: a partire dall’anno prossimo la misura sarà estesa ai liberi professio­nisti, come annunciato dalla ministra per il Sud Barbara Lezzi nella «sua» Lecce du­rante un convegno organizza­to pochi giorni fa dal Collegio degli agrotecnici. Ma non è tutto. Perché gli incentivi non saranno più rivolti soltanto ai giovani tra i 18 e i 35 anni: il tetto di età è stato infatti in­nalzato fino ai 45 anni. Si tratta di novità tutt’altro che trascurabili, considerato che offrono la possibilità di tenere ancorati al territorio studi in grado di scalare le vet­te dell’eccellenza in diversi settori e di attrarre nomi pe­santi anche nel variegato mondo della ricerca applicata alle professioni. Tuttavia, spulciando i numeri delle ri­chieste presentate e approva­te si scopre che non tutte le regioni risultano pronte a co­gliere questo piccolo grande spiraglio utile per contrastare l’emigrazione dilagante conseguente impoverirne imprenditoriale e intellettuale. In questo scenario svetta la Campania. Che secondo i della Commissione europea ha speso solo il 3,7 per cento dei fondi Ue per il periodo 2014-2020, ma è bene attenta alle prospettive legate agli in­centivi nazionali visto che da qui sono partite e sono state accolte 647 domande. È il da­to più brillante in una gradua­toria in cui al secondo posto c’è la Calabria (236 istanze ac­cettate) seguita da Sicilia (221), Abruzzo e Sardegna (83), Puglia (67), Basilicata (27) e Molise (23). Il rovescio della medaglia è che oltre al dinamismo campano spicca la scarsa attenzione agli in­centivi di una terra come la Puglia, più volte invece ritenuta in virtuosa controten­denza rispetto allo scenario complessivo del Meridione. Questa volta non è così. Al punto che soltanto due regio­ni fanno peggio. Eppure “Re­sto al Sud” può davvero costi­tuire un percorso decisivo per le sorti delle nuove iniziative imprenditoriali. Basti pensare che secondo proiezioni ripor­tate dal Sole 24 Ore le doman­de che hanno ottenuto il via li­bera dovrebbero produrre in­vestimenti per 91,3 milioni di euro con notevoli ricadute oc­cupazionali: si prevedono infatti 5.272 posti in più nelle otto regioni coinvolte. Inoltre, dopo la novità annunciata dalla ministra Lezzi nel con­vegno di Lecce è facile ipotizzare una consistente crescita delle domande. Fino ad ora le agevolazioni sono state rivolte esclusivamente a iniziative in determi­nati settori: dal turismo all’in­dustria e all’artigianato, dalla trasformazione dei prodotti agricoli alla pesca, dall’acquacoltura alla fornitura di servizi alle imprese e alla per­sone. Insomma i liberi professionisti, che pure costituisco­no un nucleo molto rilevante in grandi città del Mezzogior­no come Napoli, Bari, Paler­mo e Catania, erano esclusi nonostante gli appelli a un’in­versione di rotta. Che adesso, dopo l’annuncio della mini­stra Lezzi, affiora su un oriz­zonte produttivo comunque incerto e si delinea come ima grande opportunità. A patto di saperla cogliere.