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Mons. Moscone: “Chiamatemi Padre e non fatemi regali”

La Lettera di padre Moscone
Cari familiari, amici e conoscenti,

mercoledì 17 ottobre sono stato convocato in Nunziatura e mi è stato comunicato che il Santo Padre mi aveva eletto arcivescovo di Manfredonia, Vieste e San Giovanni Rotondo: ho accettato.

Cosciente di tutti i miei limiti, riconoscente a Dio, alla Chiesa, alla mia famiglia di nascita e a tutti voi, miei amici, che ho incontrato in 41 anni di vita consacrata e 34 di sacerdozio, sento di poter affermare che continuo a essere l’amico e il familiare di sempre. Il Signore mi ha chiamato per tre volte chiedendomi di fidarmi di Lui e di cominciare sempre da capo: la prima ad essere laico col Battesimo (17 dicembre 1957), la seconda alla vita consacrata (22 settembre 1977 confermata col ministero sacerdotale il 16 giugno 1984), ed ora con l’episcopato ad entrare nella successione apostolica. So che non si dà la terza chiamata come premio o merito, ma per confermare e servire le prime due: resto con tutti voi miei fratelli nel Battesimo laico, continuo con i miei fratelli della Congregazione Somasca ad essere religioso-sacerdote e solo così posso, con trepidazione ed umiltà, accogliere la “pienezza del sacerdozio” come ministero di servizio a tutti. Anche se dovrò abbandonare fisicamente le mie origini familiari (cosa già sperimentata fin dal 1976) e la casa religiosa (in questo non ho alcuna esperienza … ma mi fido!), non ne perdo la comunione. In spirito, anima e cuore sono e resto figlio della Chiesa che è in Alba e religioso Somasco per sempre: sono queste le mie prime e fondanti chiamate del Signore. Senza il Battesimo ricevuto nella cattedrale di alba e l’educazione cristiana che ne è seguita, senza San Girolamo Emiliani e la Congregazione che mi è stata seconda Madre, non sarei stato chiamato al nuovo servizio nella Chiesa, e non avrei potuto dire di “sì” al Papa.

Chiedo perdono a tutti voi, familiari, amici e conoscenti per le controtestimonianze date nella mia vita di cristiano, religioso e sacerdote, mentre sono certo di ricevere il vostro affetto, comprensione e preghiera.

Con San Girolamo Emiliani, laico del XVI secolo e per me Fondatore e Padre, confesso che solo Dio è buono e che Cristo opera in quegli strumenti che vogliono lasciarsi guidare dallo Spirito Santo. A motivo di questa certezza in ogni circostanza della vita, come può essere “una nuova chiamata nella prima chiamata” (espressione questa di Madre Teresa di Calcutta), possiamo rimanere forti nella fede e nella speranza perché il Signore vuole introdurci fin d’ora nella Terra promessa che è luogo di pace.

Permettetemi di presentarvi ancora due desideri che sento forti e chiari nel mio cuore in questo momento:

1° … vi chiedo un favore: evitate di chiamarmi monsignore o eccellenza o con termini simili. Desidererei continuare ad essere chiamato padre (padre Franco o Francesco – fa lo stesso). Padre è un appellativo già sufficientemente pesante da portare, seppure stimolante da vivere, visto che è l’unico titolo che Gesù utilizza quando si rivolge a Dio, Suo e Nostro Padre.

2° … forse c’è l’abitudine di fare regali in un’occasione come questa: NON pensate a me. Chi vuole e può, aderisca piuttosto alla colletta che i miei confratelli dell’India hanno aperto il 1° settembre scorso a favore della popolazione del Kerala colpita da una pesantissima alluvione[1]. Aiutando a ricostruire la casa di chi l’ha persa, collaboriamo a edificare l’edificio più importante che è la Chiesa di Cristo.

Beneditemi fin d’ora con la vostra preghiera e che Dio vi benedica,

Franco Moscone crs vescovo eletto

[1] BONIFICO su conto corrente bancario intestato a

Curia Generale dei Padri Somaschi

Banca: UNICREDIT BANCA

IBAN: IT 63 O 02008 05138 000104745839

SWIFT CODE/BIC: UNCRITM1B84

Causale: colletta per il Kerala