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Padre Moscone ordinato vescovo: “ora vado sul Gargano terra cara a S. Pio dove non si sale invano”

Nella chiesa cat­tedrale di Alba, in Piemonte, è stato ordinato vescovo padre Franco Mosco­ne, nominato dal Papa arcivescovo di Manfredonia, Vieste e San Giovanni Ro­tondo. In una chiesa gremita di fedeli piemontesi e pugliesi vescovo ordinante è stato Marco Brunetti di Alba, insieme al vescovo di Otranto Donato Negro e al vescovo emerito della diocesi polacca di Torun Andrzej Suski. Al rito di ordi­nazione hanno preso parte ventuno ve­scovi e oltre cento sacerdoti. Durante l’omelia il vescovo Brunetti ha detto rivolgendosi a padre Moscone: “Sappiamo quanto sia stata per te una inaspettata sorpresa la chiamata all’epi­scopato che hai accettato per obbedien­za. Tra poco, durante la prostrazione, si canteranno le litanie dei santi; fra di loro non mancherà l’invocazione a san Pio da Pietrelcina che fece della sua vita, anche in circostanze dolorose, un inno all’obbedienza, poiché, nei suoi disegni, la Provvidenza ha voluto che tu diven­tassi vescovo in quella terra del Gar­gano, quel monte dove nessuno sale in­vano, come Padre Pio». Da parte sua il novello vescovo Franco Moscone ha rin­graziato i presenti con un saluto nel quale ha ricordato le tre origini che hanno caratterizzato la sua esistenza: la sua famiglia e la Chiesa di Alba, la con­gregazione religiosa dei padri Somaschi di cui è stato per dieci anni superiore generale e l’arcidiocesi della quale sarà pastore. “La terza origine – ha sottolineato il vescovo Moscone – è quella che incomincia oggi ma che già sento mia. Da almeno due mesi e mezzo. Che è quella di Manfredonia, Vieste e San Gio­vanni Rotondo. Mi hanno donato il ca­lore della Puglia, il cuore di padre Pio e dei santi pugliesi. Quindi ringrazio il vescovo Luigi, che ha fatto da ammi­nistratore in questi mesi. I vescovi pre­senti della Puglia e gli altri assenti, i confratelli nel sacerdozio e nella vita religiosa venuti qua. La presenza dei responsabili di Casa sollievo della Sof­ferenza, i rappresentanti dei gruppi di preghiera di padre Pio, i fedeli e i fratelli della diocesi di cui tra poco entrerò a far parte”. Ha ricordato quindi che nel motto episcopale da lui prescelto ci sono le parole del fondatore dei somaschi, san Girolamo Emiliani: Servire i poveri e la Chiesa. Vuole essere l’impegno che mi prendo. Ma con uno stile e questo stile l’ho trovato in una frase di madre Teresa di Calcutta che mi fu donata alcuni anni fa in una comunità delle suore in India: lo stile di Lasciarsi usare dal Signore senza dovergli chiedere motivazioni.

Il 26 gennaio l’ingresso nella diocesi sipontina

 Il nuovo arcivescovo farà il suo ingresso a Manfredonia il 26 gennaio, il giorno successivo celebrerà la Messa nella concattedrale di Vieste e quindi il 2 febbraio nel santuario di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo. Nato ad Alba nel 1957 e battezzato nella stessa cattedrale della città, padre Moscone, è stato nominato arcivescovo di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo il 3 novembre scorso da papa Francesco, mentre ricopriva il ruolo di preposto generale dei padri Somaschi. Interessante è il significato dello stemma episcopale scelto dall’arcivescovo. Lo stem­ma di un arcivescovo è tradizionalmente composto da uno scudo, una croce arcivescovile, un cappello prelatizio. Nello stemma di padre Moscone la croce è “lanceolata”, con cinque gemme rosse a simboleggiare le cinque piaghe di Cristo. Per il proprio motto episcopale l’arcivesco­vo Moscone si è ispirato alle parole che costituiscono il testamento spirituale di san Girolamo Emiliani, fondatore, nel 1528, del­la congregazione dei somaschi: “Seguite la via del Crocifisso disprezzando il mondo, amatevi gli imi gli altri, servite i poveri”. Padre Franco Moscone ha voluto aggiun­gere il servizio alla Chiesa, sia in riferi­mento al fondatore che intendeva la sua Lo stemma del vescovo opera come contributo per la riforma della Chiesa, che a san Oscar Romero molto legato ai Somaschi del Centro America. Il tutto viene reso in latino (Servire Pauperibus et Ecclesiae). Sullo sfondo dello scudo il color oro, “il primo tra i metalli nobili, simbolo quindi della prima virtù: la fede. È infatti grazie alla fede che ci affidiamo all’infinita misericordia di Dio, incarnata nel mistero della passione redentrice di Gesù che porta sulle spalle la croce su cui verrà immolato per la nostra salvezza”. Su questo sfondo appare, appunto, “la croce retta dalle spalle del Maestro” e tale simbolo si rifà allo stemma dei padri somaschi. Nella metà inferiore dello scudo è rappresentato un sole che sorge e questa immagine, identificando l’alba di un nuovo giorno, vuole ricordare la città natale dell’arcivescovo, Alba. Dal 26 gennaio il sole del suo stemma ricorderà a padre Moscone anche il luminoso e caldo sole della terra garganica di cui sarà pastore.

Francesco Bisceglia