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Vieste/ Il Prof.Michele Illiceto incontra studenti e seminaristi all’IPSSAR: “L’amore si può dire in molti modi. Tante sono le sue variazioni, ma in ciascuna esso rimane sempre lo stesso”.

Nell’ambito delle attività svolte dalla pastorale giovanile diocesana dal tema “ giovani e Famiglia” si è tenuto un incontro con il prof. Michele Illiceto docente incaricato di Storia della Filosofia moderna e contemporanea, presso la Facoltà Teologica Pugliese di Bari (sez. ITRA di Molfetta) e presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” di Foggia. Nell’incontro di questa mattina con gli alunni delle classi quarte e quinte dell’IPSSAR Mattei .

La tematica principale è stata l’affettività nel mondo giovanile. L’amore sostiene il prof, si può dire in molti modi. Tante sono le sue variazioni, ma in ciascuna esso rimane sempre lo stesso. Ama la varietà, senza che venga persa la sua unità e senza considerare l’altro come un oggetto in nostro possesso. Ogni variazione è come un sentiero che si intreccia con gli altri.

Un sentiero mai definitivamente percorribile, ma che, come voleva Heidegger, ogni tanto si interrompe per aprirsi ad altri registri dove il cuore, il corpo e la ragione smettono di litigare. Le variazioni consentono l’estasi della durata, perché l’amore vero con il tempo non muore, ma cresce e matura, superando le difficoltà senza temerle. Al contrario, le cambiano in opportunità, perché riesce a trasformare le ferite in feritoie che lo rendono più fecondo e più generativo.

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Presenti presso l’IPSSAR Mattei Vieste i seminaristi:Carlos Miguel Pereira Roben di Timor Est, Joachim Badji del Senegal con kihyeon Kaka della Corea del Sud.

Vivono a Roma nel pontificio collegio internazionale Urbano Gianicolo.

Il Pontificio Collegio Urbano “de Propaganda Fide” è il Seminario Maggiore della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, costituto a Roma da Papa Urbano VIII con la Bolla “Immortalis Dei Filius” del 1° agosto 1627.

Fedele alle intuizioni delle origini e in piena sintonia con gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, la plurisecolare esperienza formativa del Pontificio Collegio Urbano riconosce il valore inestimabile di un clero autoctono ben formato. Infatti, l’opera dell’evangelizzazione mette più profonde radici quando «le varie comunità di fedeli traggono dai propri membri i ministri della salvezza, che nell’ordine dei vescovi, dei sacerdoti e dei diaconi servono ai loro fratelli» (Ad Gentes, n. 16)

Per questa ragione il Collegio Urbano offre da sempre una formazione integrale e di alta qualità a seminaristi scelti dei territori di missione e delle giovani Chiese, affinché si preparino a diventare veri apostoli di Gesù, pastori umili, generosi e obbedienti, capaci di creare “una stagione evangelizzatrice più fervorosa, gioiosa, generosa, audace, piena d’amore fino in fondo e di vita contagiosa!” (Francesco, Evangelii Gaudium, n. 261).

Fin dai sui albori il Collegio Urbano è spiritualmente e giuridicamente legato con lo stesso Dicastero missionario della Santa Sede. Originariamente il Collegio ha occupato i locali attigui a Piazza di Spagna, dove oggi si trovano gli uffici della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Nel 1925 il Cardinale Prefetto W. M. van Rossum (1854-1932) acquistò l’ospedale di S. Maria della Pietà sul Gianicolo, trasferendovi gli alunni il 2 novembre 1926. Nel frattempo iniziò la costruzione della sede della scuola, divenuta in seguito la Pontificia Università Urbaniana e del nuovo collegio per l’abitazione dei seminaristi, inaugurato personalmente da Papa Pio XI il 24 aprile 1931. Tutti gli alunni del Collegio Urbano godono di una borsa di studio completa di vitto, alloggio e tasse accademiche, concessa dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.

Configurandosi come un vero Seminario Maggiore, gli alunni ricevono una formazione umana, spirituale, accademica e pastorale che ha come obiettivo l’acquisizione di una personalità libera, consapevole e responsabile perché sul modello di Gesù.

Il Collegio Urbano riconosce che non si diventa presbiteri da soli, ma nella comunità che favorisce la crescita personale. In questo senso la comunità del Collegio si propone come una casa e una scuola di comunione, una palestra di fraternità, una vera famiglia in cui sentirsi a casa, accolti e amati. Grande importanza è data pertanto allo spirito della corresponsabilità, alle relazioni educative tra formatori e alunni, come anche alla fraternità con gli stessi compagni di formazione.

Lo spirito comunitario è vissuto inoltre nella prospettiva dell’incardinazione nella Chiesa particolare di provenienza, per diventare uomini di comunione, fedeli e leali collaboratori dei Vescovi e promotori.I seminaristi hanno incontrato più classi nell’ora di religione Cattolica,composte da alunni di diverse fasce di età e di diverse provenienze del territorio Garganico e regionale. L’invito rivolto agli studenti è stato quello di testimoniare che ancora oggi il vero sacerdote c’è ed esiste ed è possibile percorrere questa strada verso Dio.

Tiziana Vescera