Direttissima per il ristoratore viestano Antonio Lavella. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Foggia, Domenico Zeno, che ha presieduto l’udienza di convalida ha deciso per gli arresti domiciliari. Nella sua nell’abitazione l’uomo oltre ad armi regolarmente denunciate, tre fucili da caccia e due pistole, deteneva abusivamente una pistola semiautomatica dì fabbricazione russa calibro 7.62, carica e perfettamente funzionante, e centinaia di munizioni di diverso calibro in misura superiore al limite consentito dalla legge.
Secondo gli investigatori nascondeva anche due ordigni artigianali, assemblati con polvere pirica e miccia a combustione, di cui uno potenziato con oggetti metallici per aumentarne la potenzialità lesiva.
L’avvocato difensore Michele Sodrio ha rimarcato che “ l’arma non denunciata trovata presso l’abitazione di Lavella è una pistola della 2° guerra mondiale che aveva ereditato dal nonno paterno e alla quale era affezionato per storia familiare.
Lavella l’ha ricevuta da suo nonno poco prima che questo morisse e non ha denunciato il possesso, sbagliando, solo per il timore che potesse poi perdere quel ricordo di famiglia”. Lavella, incensurato, è titolare di due licenze di porto d’armi, una per esercitare la caccia e una per la difesa personale.
La pistola, i due ordigni e le munizioni detenute abusivamente sono stati sottoposti a sequestro penale, mentre il resto del materiale, tra cui anche varia attrezzatura usata per ricaricare cartucce già esplose, è stato sottoposto a sequestro amministrativo, in considerazione del fatto che verrà avviata la procedura per la revoca delle due licenze di porto d’armi. “Il mio cliente ha fornito ai giudici tutti i dettagli della sua versione dei fatti – fa sapere Sodrio -. Ha già subito dei danni irreparabili alla propria immagine, a Vieste tutti lo conoscono per la sua attività di ristoratore”.