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Regione/ Bufera in Consiglio l’ex assessore Di Gioia accusa: “favoritismi sul PSR”. Emiliano abbandona l’aula senza replicare. Loizzo manda gli atti in Procura.

La seduta di ieri del Consi­glio regionale, dedicata all’esa­me del disegno di legge sul’ Bi­lancio del 2020 e quello trien­nale di previsione 2020-2022, dopo l’intervento dell’ex asses­sore all’Agricoltura della gi­unta Emiliano, il consigliere di maggioranza Leonardo Di Gioia, si è trasformata un vero e proprio terremoto politico per i consiglieri di centrosinis­tra, ma soprattutto per il gov­ernatore Emiliano, che ha ab­bandonato l’Aula appena ha in­tuito la portata (non solo politi­ca!) di talune rivelazioni che Di Gioia stava effettuando nel suo intervento.

Infatti, l’ex asses­sore di Emiliano all’Agricoltura ha fatto un intervento-denun­cia dai contenuti pesantissimi per il governatore, dichiaran­do pubblicamente che circa 300 aziende che non avevano titoli ed erano già state escluse, han­no beneficiato di concessioni da parte della Regione sul Piano di sviluppo rurale.

Ed è stato a quel punto che nell’Aula barese di via Gentile è esploso il putife­rio: offese nemmeno tanto sotto­voce, insulti dai banchi della Gi­unta rivolti all’ex assessore e, infine, il presidente Emiliano, rinunciando ad ogni replica, ha abbandonato i lavori (come fece il “capitano Schettino” nel gen­naio del 2012 sulla nave Concor­dia quando era in procinto di af­fondare), per tornare al suo pos­to nell’Aula solo quando le ac­que si sono calmate.

Ma venia­mo ai fatti. Partendo dagli atti amministrativi assunti dall’Au­torità di gestione del Psr all’in­domani delle sue dimissioni, Di Gioia ha sostenuto che l’inten­dimento di semplificare ammin­istrativamente le procedure, ha comportato la riammissione in graduatoria delle aziende non in regola con il pagamento dei con­tributi (attestabili – come è noto – mediante la presentazione del Documento unico di regolarità contributiva rilasciato dal’Inps), annullato la maggior parte dei criteri di ammissibilità, supera­to la previsione a tutela dell’En­te che chi percepisce i contribu­ti deve possedere anche la bancabilità ed ha revocato per inte­ro i requisiti tecnici che doveva­no essere prodotti dalle aziende entro sei mesi dalla approvazi­one della graduatoria.

Di Gioia, inoltre, ha affermato che con questa operazione, consigliata da alcuni tecnici del partenar-iato economico e sociale, sono state ammesse aziende escluse precedentemente e conseguen­temente finanziate, “in sfregio, – ha sottolineato lo stesso Di Gioia – oltre che al Codice deg­li appalti, ad ogni regola di buo­na e seria amministrazione del­la Cosa pubblica”.

L’interven­to dell’ex assessore Di Gioia ha dato la stura soprattutto a nu­merose proteste levatesi dai banchi dell’opposizione di cen­trodestra e penta stellata che il presidente dell’Assemblea, Ma­rio Loizzo, ha rassicurato con l’impegno di trasmettere imme­diatamente all’Autorità giudi­ziaria e a quelle competenti la trascrizione testuale dell’inter­vento del consigliere Di Gioia, mentre non hanno avuto segui­to gli inviti che numerosi con­siglieri di opposizione hanno ri­volto, per tramite della presi­denza dell’Assemblea al pres­idente della Regione Michele Emiliano, allontanatosi dall’Au­la, di dare spiegazioni ai rilievi avanzati da Di Gioia.

Se le riv­elazioni dell’ex assessore fosse­ro confermate “sarebbe gravis­simo” – hanno dichiarato con una nota i consiglieri region­ali del Gruppo di Forza Ital­ia, Marmo, Gatta, Franzoso e Damascelli, – “perché i cittadi­ni, dal giorno di insediamen­to di Emiliano, hanno visto peg­giorare drasticamente la qualità e la quantità dei servizi eroga­ti dalla Regione e la Giunta non ha portato avanti un solo inter­vento per rilanciare la nostra economia”, aggiungendo: “sul Psr, poi, sarebbe un vero delitto perché già dovremo quasi certa­mente restituire all’Unione eu­ropea decine di milioni di Euro che la Giunta Emiliano non ha saputo programmare. Ed era­no risorse essenziali per un set­tore in difficoltà come l’agri­coltura, tra calamità, Xylella e crisi dei prezzi”.

L’opposizione forzista ha inoltre dichiarato di aver “scongiurato un bombardamento di mance elettorali da parte della maggioranza, raggi­ungendo a fatica l’accordo di un bilancio snello che assicurasse il normale funzionamento del­la macchina regionale”.

A lam­entare la mancanza di rispos­ta in Aula da parte di Emilia­no alle accuse del suo ex asses­sore all’Agricoltura, nonché tut­tora consigliere di maggioran­za, oltre al Gruppo dei berlusconiani, è stato alche il Gruppo di Fratelli d’Italia, che in una nota dichiara: “A noi non interessa l’aspetto penale di quanto det­to, chiaramente di una gravità inaudita”, perché “saranno al­tri ad accertare le responsabilità”.

“Ma la nostra richiesta di replica da parte di Emiliano era e resta esclusivamente politica”. Infatti, hanno sottolineato i con­siglieri di Fdi. “di fronte ad ac­cuse così gravi, che di fatto con­fermano quanto da noi sempre denunciato – ovvero che questa è la Regione degli ‘amici e degli amici degli amici’ – il comporta­mento di Emiliano è davvero in­qualificabile”. Per gli esponenti regionali di Fdi, “Emiliano scap­pa…ma non dovrebbe scappare dall’Aula, ma dalla Regione, liberando così la Puglia dalla sua dannosa presenza”.

Per l’oppo­sizione pentastellata “L’oper­azione verità capitolo secondo dell’ex assessore Di Gioia sulle questioni inerenti il Psr” è “al­quanto tardiva, in quanto “già due anni fa, quando era asses­sore” il M5S gli aveva chiesto “di fare le prestruttorie alle do­mande, perché i tecnici lamen­tavano alcune anomalie, di cui lui stesso era a conoscenza, ma che decideva di non affrontare, rassicurandoci sul fatto che an­dasse tutto bene”.

La replica a Di Gioia è invece giunta succes­sivamente con una nota a fir­ma del direttore del Dipartimento Agricoltura, Sviluppo Ru­rale ed Ambientale della Ragi­one Puglia, Gianluca Nardone, che, circa le presunte irrego­larità commesse dall’allora Au­torità di Gestione del Psr-Puglia, ha precisato: “non si è pro­ceduto alla revoca e annulla­mento dei criteri di ammissibil­ità ai bandi emanati né tanto meno è stata revocata la possi­bilità di essere esclusi se non si era in regola con i requisiti pre­visti”.

“Si è previsto solo la pos­ticipazione dei termini della rel­ativa presentazione” – ha sotto- lineata nella sua nota di inter­vento Nardone, che ha inoltre chiarito che “l’Autorità di ges­tione del Psr Puglia ha adotta­to tali atti sulla base dell’esigen­za prioritaria di dare attuazi­one a bandi complicati da tempi del procedimento amministrati­vo eccessivamente prolungati a seguito dei numerosi contenzi­osi in atto.

L’azione di sempli­ficazione amministrativa ave­va avuto il duplice obiettivo di sostenere lo sviluppo del siste­ma agroalimentare pugliese e di consentire il perseguimento del target di spesa al 31.12.2019”. Ora, quindi, non resta che at­tendere gli sviluppi (soprattutto politici) della vicenda accaduta in Consiglio regionale a seguito del “J’accuse” dell’ex assessore foggiano all’Agricoltura pug­liese. Per la cronaca, ricordia­mo che la delega all’Agricoltu­ra, da quando si è dimesso Di Gioia non è stata più assegnata, ma tuttora la detiene ad interim il governatore Emiliano, insieme a quella della Sanità.

Giuseppe Palella