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9 Gennaio/ IL PRESTITO

Al commediografo francese Pierre-Augustin de Bedumarchais, autore del celebre Barbiere di Siviglia ma anche abile finanziere, il conte di Mirabeau chiese un prestito di 13.000 franchi. Di fronte al diniego, il conte volle sa­perne almeno il motivo e Beaumarchais gli replicò: «Se vi concedo questo prestito, un giorno finiremo col litigare. Preferisco farlo oggi, così ho alme­no risparmiato 13.000 franchi».

ANEDDOTO FRANCESE

Siamo nel Settecento francese e la risposta del commediografo, diventata proverbiale, riflette un atteggiamento che non è mai venu­to meno nella storia. Certo, dalla sua parte ha un indubbio realismo: alzi la mano chi ha prestato libri e sempre li ha ricevuti in ritorno (e viceversa…). Il ben più grande Shakespeare (1564-1616) nell‘Amleto metteva in bocca a Polonio questa frase senza scampo: «Non pren­dere a prestito e non prestare, perché un prestito spesso perde se stesso e l’amico». La Bibbia, poi, ammoniva che «chi prende a presti­to è schiavo di chi presta» (Proverbi 22,7).

Eppure è proprio la Bibbia a esaltare un altro aspetto sul quale vor­remmo porre l’accento: «Se presti denaro, non fare usura… Beato l’uomo che dà in prestito… Da’ a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle» (Salmi 15,5; 112,5; Matteo 5,42). È l’at­teggiamento della generosità e della fiducia nei confronti dell’altro, un’attitudine che abbiamo perso, certo, anche se con qualche scusante a causa di una società sempre più complessa e sospettosa, pronta al­l’inganno e all’imbroglio. Tuttavia, l’infamia dell’usura che spesso conduce alla disperazione molte persone potrebbe essere combattuta – anche se non vinta – attraverso una maggiore generosità e carità. Il rischio dell’inganno o della perdita di denaro è, certo, in agguato, ma la Bibbia aggiunge: «Chi fa la carità a un bisognoso fa un prestito al Si­gnore che gli ripagherà la buona azione» (Proverbi 19,17).

Gianfranco Ravasi