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Una causa dio Camillo Barbarese con l’Università d’Ischitella (47° ultima parte).

Non è peraltro perché l’Università conosce impotente di non potersi nemmeno difendere ,che è accaduto il simile di alcuni infermi che per non avere dieci carlini di medio contributo perdono la propria vita ,nello stesso caso il predetto povero l’Università non ha il modo di difesa sin che durerà all’infinito se prova pietà dell’Ill.mo sig. delegato non supplirà con l’occhio della misericordia a riguardare lo stato miserabile di questa povera Università la quale per non avere carlini da spendere non si è fatta replicare nella presente da qualche diritto consulto, ma queste poche parole asserite sono state formate bonariamente come Dio sa . Altro non si supplica che un compito di lettere affinché dalle paterne case per non essere presi teneramente possano sopportare altri duri pesi ingiusti e in questo altro modo migliore.

Il giorno 25 Ottobre 1692 PATITUS DE RUSSO ordinario corrispondente di questa regia Udienza con protestare per giuramento restituì a me sopradetto perché restituisse alla terra d’Ischitella dove sotto il giorno ventesimo del primo mese la preposta provvisione della Regia Camera si contente che intimasse e notificasse a Nicola casaro sindaco,Dom. Antonio Ioannella,e Domenico Massarante eletti della terra d’Ischitella personalmente reperti presenti con i testimoni Joseph d’avella,Vit Antonio de Blasio,ed altri di questa terra come restituì ed a fede.

Andea Falconus sa della Regia Udienza da Prelazione.

La sopradetta relazione fu scritta e la sopradetta con le proprie mani del sopradetto Andrea Falcone scrivano di questa Regia Udienza suddetta ed essa tale e quale si fece. Io Feci Notaio Bartholomeus de Iorio di questo ordinario. Così in fede ricevetti dai Signori. Sigillo notarile . Fine

Giuseppe Laganella.