Revocati gli arresti domiciliari, torna in libertà anche il secondo maresciallo della Capitaneria di porto arrestato dai colleghi nel blitz «Saturno» del 13 dicembre 2019 su presunti favoritismi a proprietari di pescherecci, barche da diporto e commercianti di pesce.
Il Tribunale della libertà di Bari ha accolto il ricorso difensivo e rimesso in libertà Luigi Maiolo 41 anni di Manfredonia: come avevano già fatto a inizio anno per il collega che si trovava nella stessa situazione processuale, i tre giudici del «Tdl» hanno sostituito i domiciliari con la sospensione per un anno dal servizio.
Nel ricorso per la rimessione in libertà del sottufficiale, gli avvocati Francesco Santangelo e Annachiara Datti hanno posto l’accento soltanto sull’attenuazione/cessazione delle esigenze cautelari. Interrogato dopo l’arresto dal gip del Tribunale di Foggia che firmò l’ordinanza cautelare, il maresciallo Maiolo si avvalse della facoltà di non rispondere alle domande.
L’inchiesta «Nettuno» di Capitaneria e Procura foggiana su presunti favoritismi conta 23 indagati tra personale della Capitaneria e privati cittadini, per fatti della scorsa estate: in concomitanza con il blitz di dicembre, la Procura firmò anche gli avvisi di conclusione delle indagini atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Il blitz fu contrassegnato dall’emissione di 4 ordinanze cautelari da parte del gip di Foggia (arresti domiciliari per due sottufficiali della Capitaneria: sospensione per 1 anno di due colleghi).
L’inchiesta riguarda presunti favoritismi nei confronti di proprietari di barche da diporto sotto forma di «bollini blu» rilasciati a chi non avrebbe avuto tutta la documentazione in regola; sconti su multe a imbarcazioni e pescherecci; facilitazione per ormeggi; rivelazione di notizie coperte dal segreto su ispezioni a campione da effettuare a carico di natanti e commercianti ittici.
Sono 22 le imputazioni contestate a vario titolo dai pm ai 23 indagati dell’inchiesta: falso per lo più, ma anche abuso in atti d’ufficio, rivelazione di segreti d’ufficio. La Procura chiese al gip l’emissione di 17 misure cautelari: carcere per 2 indagati (tra cui Maiolo e il collega rimesso in libertà a inizio anno); arresti domiciliari per altri 7; sospensione dal servizio per 7; obbligo di dimora per 1 donna. Il gip dispose invece gli arresti domiciliari per 2 marescialli e la sospensione per altri 2.