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Lettera aperta di 300 lavoratori dello spettacolo al presidente della Regione Puglia e alla sua Giunta. PERCHÉ LA BELLEZZA SOPRAVVIVA

La PUGLIA è una delle Regioni più belle d’Italia, uno dei luoghi più affascinanti al mondo lo dicono da anni tantissimi turisti, ce lo dice il New York Times, i programmi tv, le gigantografie nelle stazioni di tutto il mondo, ma ancora di più ce lo dicono quei pugliesi che ogni giorno scelgono di restare in Puglia, lavorando con la fatica doppia (e a felicità tripla) che si fa rimanendo a Sud, nonostante difficoltà oggettive.

Sono quei cittadini a scrivere oggi, una parte di essi, quella che si occupa di spettacolo dal vivo quei cittadini che credono che il teatro, la musica e la danza, possano essere un mestiere, anche a Sud anche in Puglia. Quei cittadini che hanno fatto della formazione artistica uno strumento pedagogico e un valore sociale insostituibile.

Quei cittadini che hanno imparato a fare impresa che delle imprese hanno tutti gli obblighi contributivi, amministrativi e fiscali ma che spesso continuano a essere considerati cerne improvvisatori di eventi (più o meno grandi), possibilmente a favore dei turisti.

E accanto alle imprese ci sono i lavoratori: qualcuno fisso delle imprese, qualcuno che collabora con alcune di esse, qualcuno che ha scelto di lavorare in autonomia e che da quelle imprese oggi aspetta i corrispettivi dei cachet o delle collaborazioni. Siamo tra quei cittadini a cui spetterà il compito prezioso e difficile di contribuire a ri-creare la comunità non solo artistica ma prima di tutto civile quando questa emergenza sarà passata e arriverà il momento di ridisegnare il mondo cosi come non lo abbiamo mai immaginato e non sappiamo se quando quel momento verrà noi saremo ancora in piedi, come imprese e come lavoratori, per poter fare la nostra parte.

Si stanno sbloccando in questi giorni in Regione i saldi del 2017 e del 2018, naturalmente sono buone notizie per le imprese e per chi dalle imprese aspetta di essere pagato, perche la liquidità è uno dei nodi non di questa pandemia, ma di questa Regione ormai dal 2016. Forse fra un paio di mesi (magari ne basterà uno) qualche impresa più fortunata riuscirà a chiedere l’acconto per il 2019. Ma il calendario ci dice che siamo nel 2020 e non è stato ancora possibile presentare progetti per l’annualità in corso ( cominciato da due mesi prima dello scoppio di questa grave emergenza sanitaria). ?

Il Ministero sta lavorando nell’ottica del ristoro e del riavvio delle imprese, ponendosi anche la questione del futuro; le stesse linee guida sono state fatte proprie dalle Regioni Emilia Romagna, Lombardia, Campania, Toscana e Sicilia. La Regione Puglia sta invece puntando sulla proroga delle attività (prolungando i tempi di realizzazione e quindi di liquidazione); sta puntando all’istituzione di un fondo di rotazione che dia accesso al credito (che sicuramente è utile, ma che propone come unica possibilità alle imprese quella di indebitarsi); sta puntando su nuovi bandi, che usciranno in piena pandemia e che prevedono un’anticipazione immediata agli assegnatari (dietro richiesta di polizza fidejussoria che richiede per prassi almeno due mesi quando gli uffici sono funzionanti).

Le differenze sono evidenti e molto dipende dal fatto che i Fondi su cui lavora la Regione Puglia per la Cultura e lo Spettacolo non provengono dal bilancio ordinano (di cui l’amministrazione potrebbe disporre più liberamente), ma da fondi strutturali europei, che portano con sé una serie di vincoli, ma a questo punto restano in piedi tre domande.

La prima: l’utilizzo di questi fondi non è ancora stato sciolto dai suoi mille vincoli da Europa e Ministero in un momento di piena emergenza da pandemia. La seconda: perche la Regione Puglia sceglie che l’investimento su cultura e spettacolo – che pure considera sostanziale e irrinunciabile – sia quasi completamente su fondi speciali e non garantiti da un bilancio ordinario? La terza: l’illustrazione della tipologia dei fondi può essere considerata da parte della Regione una risposta esaustiva da fornire alle imprese e ai lavoratori dello spettacolo?

Facciamo appello al comune buon senso e al comune senso del pudore chiedendo che la Regione Puglia si uniformi alle linee guida seguite dal Ministero e delle Regioni più virtuose; che non si confondano più nella narrazione ufficiale le virtuose azioni ordinarie con un piano straordinario legato all’emergenza; che il bilancio ordinario torni a prevedere tra le sue priorità innegabili quelle culturali; ovvero che allo spettacolo dal vivo – tanto eterogeneo per professionalità e per ricchezza di visioni oltreché per tipologie contrattuali – venga riconosciuto tanto lo stato di crisi attuale quanto il ruolo di traghettatore di futuro che gli spetterà tra (speriamo) pochi mesi al fianco delle principali agenzie formative del Paese.