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1 Maggio/ IL DENARO

Il denaro può comprare una casa ma non un focolare. Può comprare un let­to ma non il sonno. Può comprare un orologio ma non il tempo. Può com­prare un libro ma non la conoscenza e la saggezza. Può comprare una posi­zione ma non il rispetto. Può pagare il dottore ma non la salute. Può comprare il sesso ma non l’amore.

            PROVERBIO CINESE

Sono 365 detti, uno per ciascun giorno dell’anno, tutti raccolti in un’antologia e dedicati ai Segreti della ricchezza, cioè al rapporto del­l’uomo nei confronti dei beni materiali. Il numero così vario di autori fa capire che siamo in presenza di un tema universale e costante che appassiona proprio perché è irrisolto. Infatti tanti appelli contro la fol­lia dell’accumulo, l’idolatria del denaro, sulla crudeltà dell’egoismo non impediscono che si continui ad ammassare ricchezze, a scannarsi per le cose, a tradire ideali e valori per una manciata di soldi.

Oggi vorrei anch’io aggiungere un granello alle tante lezioni già ascoltate attorno a questo argomento: ho citato, infatti, un detto ci­nese illuminante sul tema, posto proprio in quarta di copertina al volumetto citato.

I suoi asserti sono scontati e reiterati, tant’è vero che secoli dopo il drammaturgo norvegese Henrik Ibsen (1828-1902) ripeterà: «Il denaro può comperare la buccia di molte cose, ma non il seme. Può darvi il cibo ma non l’appetito, la medicina ma non la sa­lute, i conoscenti ma non gli amici, i servitori ma non la fedeltà, gior­ni di gioia ma non la felicità e la pace».

Eppure noi continuiamo a procedere in quell’illusione dorata, incapaci di reagire alla tentazio­ne di quel luccichio, al fascino di quella promessa di benessere… E così ci si avvicina a quella terribile (o gloriosa?) definizione che già il poeta greco Alceo (VII sec. a.C.) aveva codificato in un suo fram­mento: «Il denaro è l’uomo». Terribile se si riduce il valore dell’uo­mo a quanto possiede. Gloriosa se si considera come unica ricchezza l’uomo in sé considerato.

Gianfranco Ravasi