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Puglia/ Non arrivano i soldi della Cassa integrazione. La Regione: chiuse 33mila pratiche, accordo con le banche

I dati: uno su 5 soddisfatto. La situazione rischia di diventare insostenibile per decine di migliaia di lavoratori.

Commessi, impiegati, operai: un esercito di gente che da due mesi è senza stipendio e continua ad «arricchirsi» di cifre mostruose di aiuti sbandierati da Roma alle singole regioni. Dopo il bonus di 600 euro – non ancora integralmente riconosciuti – il vero bubbone è quello della Cassa integrazione. Per erogarla – soprattutto quella in deroga – sono previsti quattro passaggi: la domanda alle Regioni, l’autorizzazione delle Regioni, il codice di autorizzazione dell’INPS, la trasmissione del modulo SR41 e quindi il pagamento. 

I beneficiari complessivi di Cassa integrazione ordinaria e Assegno ordinario, al 7 maggio 2020, come fa sapere l’Inps, sono 8.472.311. Dei relativi benefici, 5.536.094 sono già stati anticipati dalle aziende con conguaglio INPS, e 2.936.217 sono a pagamento diretto, in corso di pagamento.

Scendendo nel dettaglio, le domande di Cassa integrazione ordinaria aziende pervenute sono 381.692. Di queste 157.001 risultano essere con pagamento a conguaglio e 224.691 con pagamento diretto, a oggi ne sono state autorizzate 324.516.

Il totale dei lavoratori beneficiari è 5.466.821. Di questi, 3.962.212 lavoratori hanno già ricevuto l’anticipo dalle aziende con conguaglio INPS e 1.504.609 hanno ricevuto il pagamento diretto da INPS.

Il vero bubbone sembra essere la cassa in deroga dove si registrano ritardi da un lato nel pagamento delle domande già «decretate dalla Regioni» e in corso di pagamento da parte dell’Inps, ma dall’altro nelle procedure di verifica da parte delle Regioni (che devono emettere il decreto rientrante nelle famose 4 fasi previste dalla burocrazia). Va altresì chiarito che l’importo esatto dalla Cassa integrazione viene stabilito dopo la fine del mese in cui un’azienda ha usufruito dell’ammortizzatore: infatti potrebbe accadere che una ditta chiede 100 per un lavoratore e  magari quel dipendente è stato richiamato in servizio, per cui l’assegno va proporzionalmente ridotto (dopo fine mese). 

E veniamo ai numeri. Sono oltre 300 mila le domande di cassa integrazione in deroga, ma finora ne sono state pagate solo una su cinque. Penalizzati i lavoratori di commercio e piccole aziende. Secondo le Regioni invece ne sono stati pagati solo il 9%. Dopo il decreto Cura Italia sono arrivate richieste da 9,1 milioni di lavoratori. Ma solo 6,2 milioni sono stati soddisfatti con la CIG. Oltre 3 milioni sono senza stipendio da due mesi. Tra questi i più penalizzati proprio quelli finiti nel ciclone della Cig in deroga: soldi dello Stato, ma meccanismo affidato alle Regioni.

In Puglia la situazione è la seguente: delle 7932 domande decretate dalla Regione (dato aggiornato al 7 maggio), ne sono state autorizzate dall’Inps 6374 e ne sono state pagate 3367. Numeri di gran lunga inferiori a quelli effettivi: quindi, da un lato i pagamenti sono indietro, dall’altro le procedure interne della Regione non avrebbero consentire di smaltire le pratiche.

E’ anche vero che – come ha avuto modo di sottolineare il Presidente dell’Inps – esiste un accordo tra Governo, Poste e Banche per l’anticipazione delle somme dovute: quindi, in «teoria», ciascun lavoratore potrebbe rivolgersi al proprio istituto di credito per ottenere una anticipazione. Ma è davvero così semplice?

33MILA LE PRATICHE TRASMESSE DALLA REGIONE – La Regione Puglia ha terminato l’esame delle 33mila pratiche della cassa integrazione in deroga: lo annuncia il governatore Michele Emiliano al termine dell’incontro odierno con le banche operanti in Puglia.

«Siamo la seconda Regione italiana a concludere questo immane lavoro – commenta Emiliano – ringrazio tutti i dipendenti della Regione Puglia che, lavorando giorno e notte e di domenica hanno consentito ai loro colleghi di avere un quadro più chiaro e veloce per ottenere i pagamenti dall’Inps, ovvero le anticipazioni concordate dalla Regione Puglia con le banche e con Poste italiane. Adesso solleciterò il presidente dell’Inps Pasquale Tridico perché esegua i pagamenti immediatamente, eventualmente sulla base dell’esame delle pratiche operato dalle Regioni che ha natura identica a quello dell’Inps e che non ha senso ripetere. Invito nel frattempo i lavoratori danneggiati dai ritardi Inps a far ricorso allo strumento dell’anticipazione da parte delle banche o di Poste Italiane».

Alla riunione ha partecipato anche l’assessore al Lavoro, Sebastiano Leo. «Dall’incontro – Leo – è emerso come siano ancora troppo pochi i pugliesi a cui è stata riconosciuta la cassa in deroga, che si sono recati presso le banche a chiederne l’anticipo in attesa che Inps elabori il pagamento». La Regione ha chiesto di aumentare il numero di anticipi e di semplificare la procedura di erogazione.

MARMO (FORZA ITALIA) DENUNCIA I RITARDI DELLA REGIONE

In giornata l’opposizione aveva fatto una dura nota denunciando il ritardo della Regione nello smaltimento delle pratiche. «Il governo – dice il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Nino Marmo – ha stanziato per la Puglia 106 milioni di euro, ma la Regione, a causa di un farraginoso procedimento INPS, ancora non eroga la cassa integrazione in deroga e non dà soddisfazione alle 34.689 domande pervenute».

«Sono trascorsi quasi due mesi – aggiunge – le aziende sono in crisi e i lavoratori, con le loro famiglie, stanno affogando». Secondo Marmo, quindi «le risorse ci sono» ma «gli uffici della Regione che si occupano di esaminare le istanze non sono stati potenziati per rispondere al meglio alla mole di lavoro straordinario e, così, solo oggi pare che sia stata ultimata la fase di valutazione delle richieste. Ancora: ci risulta anche che le domande non siano state esaminate seguendo l’ordine di presentazione, ma un pò a casaccio, eliminando tutti i numeri di protocollo e creando non poche sperequazioni territoriali». In particolare, la cassa integrazione in deroga non è stata erogata per nulla nel territorio della Bat. Ma perché?».

Nicola Pepe

gazzettamezzogiorno