L’ipotesi è che alcune imprese abbiano avuto una corsia preferenziale in almeno cinque appalti di Asl e «Riuniti» di Foggia, anche grazie a «intermediari» in grado di predisporre progetti su misura.
Come quello per la riqualificazione di viale Pinto, che sarebbe stato cucito su misura per la Garibaldi, la società dell’architetto Beppe Fragasso, o quello per le sale operatorie dei «Riuniti» predisposto per avvantaggiare la multinazionale Siram.
Sono più di 15 le persone cui, la scorsa settimana, il pm Anna Landi ha fatto notificare gli avvisi di proroga delle indagini, con le accuse – a vario titolo – di turbata libertà degli incanti e turbata libertà di scelta del contraente già contestate ai direttori generali Vito Piazzolla e Vitangelo Dattoli.
L’indagine è nata dall’esposto presentato da un altro degli indagati, Roberto Pucillo, patron dell’Alidaunia, convinto dell’esistenza di un «complotto» per far vincere la gara dell’elisoccorso in Puglia a un’azienda già sotto indagine in Calabria.
Partendo da lì, il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Finanza di Bari ha scoperto che, tra i tanti che si davano da fare sugli appalti ospedalieri, c’era il cognato di Pucillo, Antonio Apicella, e un progettista di fiducia dei «Riuniti», l’ingegnere barese Nicola Stefanelli (entrambi indagati). Stefanelli (tramite Apicella) secondo l’accusa avrebbe favorito le imprese Siram e Airleg (sono indagati per questo Marco Labianca, 32 anni, di Acquaviva, e Giovanni Amoruso, 55 anni, di Bari) per l’appalto dell’efficientamento energetico dei «Riuniti».
Sempre Stefanelli avrebbe consegnato in anteprima il progetto esecutivo dell’appalto dei lavori per la riqualificazione di Viale Pinto a Fragasso (difeso dall’avvocato Michele Laforgia), facendo in modo che capitolato e disciplinare calzassero su misura attraverso l’inserimento di una categoria Soa posseduta dall’impresa. «Dopo aver appreso di essere indagato dalla Procura di Foggia – dice però l’architetto Fragasso, che è anche presidente dell’Ance (i costruttori edili di Confindustria) per Bari e Bat -, pur essendo certo della linearità del mio operato e della correttezza delle procedure di gara, ho revocato l’offerta.
Tanto al fine di tutelare l’attività della mia azienda, consentendo all’amministrazione di affidare l’appalto senza ombre e procedere in tempi rapidi all’affidamento dei lavori, in attesa della conclusione delle indagini».
A febbraio, come già noto, la Procura di Foggia aveva fatto eseguire una lunga serie di perquisizioni: ai manager della sanità foggiana, a Pucillo (in un albergo di Cortina D’Ampezzo), ad Apicella, a Stefanelli, a Fragasso, agli ingegneri Nicola La Macchia di San Giovanni Rotondo e Massimo De Santis di Foggia (entrambi indagati) e a numerosi altri tecnici coinvolti a vario titolo nella vicenda. A quasi tutti sono stati sequestrati i cellulari.
Il sospetto ora al vaglio della Procura di Foggia è che Stefanelli possa aver ricevuto denaro (6mila euro in contanti) dal dirigente barese della Siram in cambio dell’aiuto per vincere l’appalto da 2,2 milioni per l’attivazione di otto nuove sale operatorie ai «Riuniti»: in questo caso l’accusa diventerebbe corruzione.
Per quanto riguarda invece l’appalto da 2 milioni per il trasporto aereo degli organi destinati ai trapiantati di tutta la Puglia, proprio nel giorno delle perquisizioni di febbraio la gara è stata aggiudicata all’unico concorrente della Alidaunia, nella cui sede però la Finanza ha sequestrato documenti che farebbero pensare a una pregressa conoscenza dei documenti predisposti dalla stazione appaltante. E ora la Procura ha messo nel mirino anche altri appalti.
Massimiliano Scagliarini
Gazzetta mezzogiorno