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Psr in tilt/ Imprese a caccia di credito. Dalla Puglia domande per 25 milioni

La gestione della giunta Emiliano rischia di far perdere risorse al comparto che ripiega sugli aiuti Covid-19: oltre 1.200 richieste, più della Lombardia e prima nel Mezzogiorno

La Puglia del Psr (Piano di Sviluppo Rurale) è maglia nera in Europa nell’utilizzo dei fondi riservati alle imprese agricole. Il settore, governato da Michele Emiliano, fa acqua da tutte le parti e la deroga di un anno concessa dalla Ue non bloccherà il disimpegno delle risorse non spese. Eppure, il comparto è in crisi profonda e lancia un grido d’allarme. Basti considerare l’andamento delle domande presentate dalle imprese agricole nell’ambito degli strumenti del decreto liquidità. In particolare in quelli dei 25 mila euro concessi «per far fronte alle coltivazioni in atto, agli impegni presi con banche e fornitori, agli investimenti indispensabili per aumentare la redditività delle aziende». A gestire la misura è l’Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) che garantisce i prestiti fino al 100%. I risultati? In Puglia il flusso è particolarmente sostenuto. Al 7 luglio scorso gli operatori assetati di credito hanno fatto segnare 1.289 domande per complessivi 24,5 milioni.

Si tratta del dato più elevato del Sud e il quarto a livello nazionale. La Puglia dei finanziamenti è dietro solamente a Emilia Romagna (2.098 domande, per 40 milioni), Piemonte (1.768, 33,6 milioni) e Toscana (1.628, 31 milioni), ma avanti a Lombardia (1.286, 24,5 milioni) e Sicilia (1.099, 20,9 milioni). Gli operatori della regione chiedono di ottenere l’8,6% del totale dei finanziamenti nazionali. «I dati Ismea – afferma Giuseppe L’Abbate, sottosegretario alle Politiche Agricole – ci comunicano come, nel comparto agricolo, la richiesta di finanziamenti non sia legata al Covid-19 che dovrebbe seguire in maniera proporzionale l’andamento dell’accesso al credito in tempi ordinari, quanto piuttosto alla fame di credito. Le tabelle, infatti, vedono la Puglia superare addirittura la Lombardia e si denota tutta la drammatica necessità di ottenere liquidità a fronte di un digiuno sul Psr che nel tacco d’Italia perdura da oramai quattro lunghi anni»

Ma L’Abbate va oltre: «A fortificare questo ragionamento c’è anche il confronto con i dati elaborati dal Fondo Centrale di Garanzia, dove invece le attese di distribuzione dei finanziamenti sono state confermate dalle domande di accesso al credito effettivamente presentate dalle imprese italiane. Ci aspettiamo che l’andamento a cui stiamo assistendo si verifichi anche con l’accesso diretto al Fondo di Garanzia, la cui operatività è praticamente imminente a fronte dell’ultimazione delle problematiche tecniche. Grazie ad un emendamento al Decreto Cura Italia che ho fortemente sostenuto, infatti, è stata realizzata una nuova impalcatura che permetterà finalmente anche alle imprese del comparto primario di accedere direttamente al fondo gestito dal Mediocredito Centrale». In tema di agricoltura si segnala l’allarme lanciato da Paolo Frascella, Antonio Gagliardi e Pietro Buongiorno (rispettivamente segretari regionali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil): «Il periodo di commissariamento dell’Arif (Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali) è scaduto. Siamo di fronte a un vulnus che va immediatamente sanato: c’è il concreto rischio che tutti gli atti amministrativi posti in essere dai Commissari a partire dal mese di giugno possano risultare annullabili».

 

Vito Fatiguso

corrieremezzogiorno