La vendita di oli con la dicitura extravergine d’oliva come prodotti civetta per i consumatori a 2,49 o poco più provoca danni enormi a tutta la filiera locale di produzione. E la posizione di Confagricoltura Puglia su un tema annoso ma che in periodo di crisi economica “covid” può provocare danni enormi ai produttori di olive e ai frantoi pugliesi. “La vendita sottocosto di bottiglie di olio extravergine d’oliva pubblicizzata sui volantini che arrivano in casa delle famiglie quasi quotidianamente – dice il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzaro – sfalsa la percezione del prezzo reale del prodotto, uno dei più identitari tra quelli italiani”. Oltre al calo di produzione di quest’anno, che per ovvie ragioni di mercato spingerà il prezzo verso l’alto, la Xylella e la crisi economica; i produttori e i frantoi pugliesi devono affrontare un vasto mercato dove una bottiglia d’olio dal costo superiore ai 5 euro può apparire come un’esagerazione.
“Una bottiglia di olio con la dicitura extravergine d’oliva venduta a 2,49 euro – prosegue – può sembrare assolutamente conveniente. In questo caso il prezzo al consumatore è ampiamente inferiore al costo di produzione, ma siamo certi che tali oli siano veramente “extra” o ne hanno solo la scritta in etichetta?