Dopo un incontro tenuto nella mattinata di sabato 4 luglio promosso dell’assessore regionale Raffaele Piemontese, dei rappresentanti delle diverse realtà associative, FAI Foggia, CAI, GAM Gargano, facenti parte del sodalizio nato dalla volontà di Franco Salcuni, dirigente di Legambiente e dalla guida turistica Andrea Stuppiello,nessun altro tavolo è stato concertato per porre un rimedio alla questione della salvaguardia del sito di Pulsano. L’appuntamento permise ai referenti del coordinamento di intavolare un progetto di tutela e di messa in sicurezza dell’area dei 24 eremi, protagonisti di diversi crolli, l’ultimo in ordine di tempo, quello che ha coinvolto una parte dell’Eremo del Mulino, ad inizio giugno.
Tanti i nodi da sciogliere di una questione di salvaguardia e tutela di un bene millenario, a partire dalla mancata apposizione del vincolo architettonico da parte della soprintendenza, richiesta fatta dal Comune di Monte Sant’Angelo in data 31 gennaio, ma ad oggi ancora nulla è stato fatto e la preoccupazione più che lecita da parte del coordinamento di tutela, quella di assistere inermi ad ulteriori crolli, continua ad essere una minaccia incombente. Intanto la situazione sembra precipitare ogni giorno di più, come denuncia su queste colonne Andrea Stuppiello, rimasto solo accanto a Franco Salcuni e a Saverio Russo nel caldeggiare un pronto intervento della soprintendenza.
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“Credo che ormai lo stato in cui versano gli eremi di Pulsano non interessi più a nessuno, nelle scorse settimane ho cercato di riaccendere i riflettori chiedendo le telecamere di Striscia, ma dal tg satirico non è arrivata nessuna risposta, né tantomeno dagli attori coinvolti dell’associazione nata la scorsa primavera – racconta la guida turistica -. L’altro giorno con amarezza ho notato che anche l’Eremo di San Nicola di Mira sarà prossimo al crollo definitivo della sua volta. Si sta consumando sotto gli occhi indifferenti delle autorità competenti la fine di un bene millenario. Purtroppo la situazione di precarietà in cui versa il sito accanto a quella sanitaria non agevola la mia attività di guida turistica che è al momento compromessa. Senza contare poi che l’apposizione di un cartello che vieta l’accesso, da parte di alcuni proprietari del suolo su cui insistono alcuni eremi, mostra il paradosso di una faccenda assai ingarbugliata”.
Un caso di mancanza di tutela che origina dalla mancata apposizione del vincolo che non permette l’accesso anche agli stessi proprietari ai sentieri per il raggiungimento degli eremi. “L’installazione di cartelli su quelli vecchi della sentieristica a ridosso dell’abbazia rende il sito non più fruibile-chiarisce Stuppiello -. Il problema tuttavia non è dato tanto dalla volontà peraltro condivisibile di non incorrere in responsabilità da parte dei privati, ma dall’indifferenza della soprintendenza i cui dirigenti si sono trinceranti dietro all’emergenza Covid per non dare risposte concrete al rischio di altri crolli, come quello annunciato dell’eremo di San Nicola. Sono rimasto solo a lottare per una battaglia giusta di salvaguardia e tutela accanto al Fai e a Legambiente. A distanza di un anno dal primo crollo non siamo ancora riusciti ad avere un incontro con i dirigenti del Mibact, le guide non possono lavorare, i percorsi sono bloccati e i turisti non possono accedere al sito. Sono veramente amareggiato dallo stato di impotenza in cui mi trovo. E’ necessario che la soprintendenza si muova anche per normalizzare i sentieri in cui tanto la Comunità europea, quanto l’ente provinciale hanno investito delle risorse pubbliche per realizzarli.
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Al momento è visitabile soltanto l’abbazia rispetto ad un’area monumentale molto vasta. Attendo nel frattempo una risposta dal ministero”.
Claudio Ferrante
l’attacco