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BARI/ INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO. MENO OMICIDI PIÙ REATI DI MAFIA

Per il presidente della Corte di Appello di Bari, Franco Cassano «sono cresciute sperequazioni e le diseguaglianze sociali». Tosto: «Probabili infiltrazioni criminali»

I magistrati baresi hanno partecipato alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario «indossando i finimenti rosso porpora, ma con la mente e il cuore rivolti ai tanti che, anche nella terra di Puglia, ci hanno lasciati in questo anno doloroso». Lo ha detto in apertura della sua relazione il presidente della Corte di Appello di Bari, Franco Cassano che ha aperto una cerimonia insolita a causa delle norme anticovid che hanno limitato il numero dei partecipanti. Fra questi era presente il primo presidente della Corte di Cassazione, il barese Pietro Curzio .
«La pandemia sembra aver spazzato, tutte insieme, le illusioni del turbocapitalismo e dell’ordoliberismo, con le speranze di arricchimento generalizzato proprie dell’economia globalizzata – ha aggiunto Cassano – ma anche le più recenti rivendicazioni sovraniste nate sulla scia delle disillusioni: il dirigismo, il protezionismo, l’unilateralismo. La pandemia ha invece incrementato le sperequazioni e le diseguaglianze sociali, e con esse ha smarrito il senso di solidarietà, tra gli uomini e tra i popoli».
«La sfida che ci attende – ha aggiunto – è di trasformare i disastri della pandemia in occasioni di crescita e di miglioramento della Giustizia, conseguendo anche per questa via il miglioramento complessivo dell’economia del Paese».

GIUSTIZIA MAI FERMA

Occorre sfatare un mito che si è radicato nel Paese, secondo cui la Giustizia, nel tempo della pandemia, è rimasta ferma». Ha detto Cassano, spiegando che dal primo gennaio al 31 dicembre 2020 c’è stata una flessione dei procedimenti civili pendenti nel distretto e, anche nel penale, pure con un leggero aumento delle pendenze a causa delle misure anti-contagio che hanno limitato le attività, «i dati smentiscono la vulgata di una giustizia paralizzata dalla pandemia». «Ovunque, anche nel nostro distretto, la giustizia non si è fermata – ha confermato il procuratore generale di Bari, Anna Maria Tosto – . Ha certamente risentito di un rallentamento ma ha continuato ad operare. Nell’anno del Covid-19 le Procure di Bari, Foggia, Trani e Minori hanno complessivamente definito quasi 40.000 procedimenti, limitando in media la contrazione della produttività al 10% rispetto all’anno precedente». «La Procura di Bari – ha concluso – ha portato a termine quasi 2.500 procedimenti in più dell’anno precedente quando un’altra emergenza, quella edilizia, ha costretto al trasferimento di sede»

IL PROCURATORE GENERALE

«La debolezza del sistema economico legale – ha detto il procuratore generale di Bari, Anna Maria Tosto – potrà favorire fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata che già condiziona fortemente il nostro territorio: si tratterà di impegnare competenze specialistiche per contrastare usura, manovre di acquisizione del controllo di aziende in difficoltà, di riciclaggio e di reimpiego di capitali illeciti». «La paralisi dell’attività economica di intere categorie produttive – ha continuato la pg – darà luogo a scenari drammatici: nel mondo del lavoro, con il possibile incremento del lavoro in nero, della relativa evasione contributiva già particolarmente alta nel nostro territorio, e ulteriore contrazione delle garanzie per i lavoratori; e nel mondo imprenditoriale, esposto come non mai a crisi di liquidità spesso irreversibili, che alimenteranno procedure concorsuali la cui gestione richiederà una prudente opera di mediazione tra interessi contrapposti».

I NUMERI, MENO OMICIDI E PIÙ REATI DI MAFIA

Dal luglio 2019 al giugno 2020 nel distretto di Corte di Appello di Bari risultano in «significativo aumento le denunce per reati di associazione di stampo mafioso (da 93 a 121)» e di pedofilia e pedopornografia (da 86 a 120), mentre risultano diminuiti rispetto all’anno precedente i procedimenti per omicidio volontario (da 56 a 35). Con riferimento agli omicidi, la relazione evidenzia che il «decremento interessa anche quelli che vedono vittima una donna, passati da 10 a 7», mentre «il dato numerico delle denunce di stalking ha fatto registrare nell’ultimo periodo un moderato aumento rispetto al periodo precedente (da 1223 a 1388)». In notevole diminuzione, si evince ancora dalla relazione, le denunce per furto (da 39.156 a 30.601) e per reati tributari (da 711 a 568) e invece risultano in moderato aumento i reati in materia di inquinamento rifiuti (da 688 a 740), le denunce dei reati relativi al falso in bilancio (da 22 a 31) e i procedimenti aventi ad oggetto i reati in materia di
stupefacenti (da 3.367 a 3.559).

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