Menu Chiudi

NOTIZIE UTILI

Dal prossimo 1° marzo l’identità di­gitale e la carta d’identità elettro­nica diventeranno, insieme alla Carta nazionale dei servizi, le sole credenziali per accedere ai servizi digitali del­la pubblica amministrazione centrale e lo­cale.

I Comuni rilasceranno certificati anche da remoto ed erogheranno altri servizi. In pro­spettiva, con tutte le pubbliche amministra­zioni e anche con alcuni soggetti privati po­tranno essere effettuate molte operazioni fi­nora possibili solo recandosi negli uffici.

Dal 1° marzo sono in partenza 50 milioni di atti, nello specifico 34 milioni di cartelle esat­toriali e 16 milioni di avvisi dell’Agenzia delle Entrate. Notifiche sospese per l’emergenza sanitaria e che non dovrebbero arrivare tutte insieme ma con uno scaglionamento in due anni. L’ipotesi che prende maggiormente cor­po sarebbe, dunque, quella di un’ulteriore proroga, di un altro mese o, come si era ipotizzato prima della crisi di governo, fino alla fine dello stato d’emergenza Covid, fissato al 30 aprile 2021. L’invio massiccio potrebbe nuocere in­fatti alla stessa Agenzia poiché sono già tanti i reclami e le richieste di chiarimenti da gestire che devono essere bilanciati dalla necessità di accedere agli uffici in modo limitato a causa delle restrizioni per la pandemia.

La pace fiscale proposta dal leader della Lega, Salvini, che prevede «il saldo e stralcio, l’azzeramento delle cartelle inferiori ai 1000 euro degli anni passati» resta difficile da rea­lizzare.

Prorogato al 31 dicembre2021 l’utilizzo del bonus vacanze per i cittadini italiani con ISEE del nucleo familiare pari o inferiore a 40.000 euro. L’importo spendibile varia a se­conda della composizione del nucleo stesso. In particolare è pari a: 500 euro per nucleo com­posto da tre o più persone; 300 euro da due persone; 150 euro da una persona, il voucher è spendibile presso strut­ture situate nel nostro territorio (la struttura è libera di accettarlo o me­no). Per l’80% del suo importo è go­duto nella forma dello sconto in fat­tura applicato dalla struttura ricet­tiva in cui si alloggia, per il restante 20%, invece, è goduto nella forma della detrazione fiscale in dichiara­zione dei redditi. Se l’esercente ac­corda lo sconto, poi recupererà l’im­porto sotto la forma del credito d’imposta.

La Cassazione ha deciso: il tetto di mille euro, previsto come risarcimento al passeg­gero per la perdita del bagaglio comprende tutto: dalle spese affrontate per acquistare effetti utili al soggiorno, al danno morale. La cifra può lievitare solo se al momento dell’im­barco, pagando una tassa supplementare, il viaggiatore dichiara 1’esistenza di uno spe­ciale interesse alla consegna. In tal caso il vettore è tenuto a risarcire fino alla concor­renza della somma dichiarate, a meno che non dimostri che la cifra supera l’interesse reale del richiedente alla consegna.

Non sempre chi è tamponato ha ragione. La Cassazione ha infatti stabilito che «il con­ducente di un veicolo debba essere in grado di garantire in ogni caso l’arresto tempestivo dello stesso, evitando collisioni con il veicolo che precede e che l’avvenuto tamponamento pone a carico del conducente una presunzione d’inosservanza della distanza di sicurezza». Secondo gli Ermellini tocca al guidatore for­nire la prova e dimostrare che il mancato tempestivo arresto del mezzo e la conseguente collisione siano stati determinati da cause in tutto o in parte a lui non imputabili. Se, invece, il tamponamento deriva da scontri successivi fra veicoli facenti parte di una colonna in sosta, unico responsabile degli effetti delle collisioni è il conducente che le abbia deter­minate, tamponando l’ultimo dei veicoli della colonna stessa. L’ipotesi di tamponamento a catena tra veicoli in movimento, poiché in tal caso trova applicazione il concorso di colpa di entrambi i conducenti di ciascuna coppia di veicoli (tamponante e tamponato), fondata sull’inosservanza della distanza di sicurezza rispetto al veicolo antistante.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha irrogato a Sky sanzioni per 2 milioni di euro per aver adottato tre pratiche commerciali scorrette nei confronti dei clienti titolari dei pacchetti di abbonamento pay tv “Sky Calcio” e “Sky Sport”. I fatti risalgono all’anno scorso quando, a causa dell’emergenza Covid 19, il calcio fu sospeso e i canali della pay tv non trasmettevano più le partite, che però erano state pagate con l’abbonamento. Sky propose una rimodulazione parziale del costo dei pac­chetti, ma a causa di pratiche commerciali complicate in pochissimi hanno ottenuto lo sconto che comunque non offriva il totale ri­storo e si otteneva solo con procedure on line. Secondo l’Autorità, Sky non ha riconosciuto, a fronte dell’emergenza sanitaria Covid 19 e della conseguente sospensione della trasmis­sione in diretta delle competizioni sportive, la rimodulazione o il rimborso automatico dei canoni mensili dei pacchetti, dal momento in cui gli eventi sportivi in diretta sono stati sospesi e fino alla loro ripresa. I clienti sono rimasti vincolati all’abbonamento, in attesa di una futura ripresa degli eventi sportivi sospesi, e hanno continuato a pagare come prima per la fruizione di un’offerta notevol­mente impoverita. L’Autorità ha poi accertato 1’esistenza di una seconda pratica commer­ciale ingannevole riguardo allo “Sconto Coronavirus”, in base al quale è possibile ot­tenere una riduzione di prezzo sui pacchetti “Sky Calcio” e “Sky Sport”a partire dal mo­mento dell’adesione. La società, infatti, ha omesso oppure fornito in modo non adeguato e non tempestivo informazioni in merito alla sussistenza dello stesso, nonché su modalità e tempi per richiederlo, con un conseguente svantaggio economico.

In questi giorni sono in arrivo, da parte dell’Inps, richieste di restituzione dell’importo maggio­re erogato per la pensione. Un errore adde­bitato in automatico al pensionato, anche se non è detto che la responsabilità sia effet­tivamente di quest’ultimo. L’associazione Co­dici ribadisce che quando la richiesta non è legittima la stessa deve essere contestata. In alcuni casi secondo Codici, si parla di somme anche considerevoli, migliaia di euro, e quin­di è comprensibile la preoccupazione dei pen­sionati. Di fronte a queste situazioni, la prima cosa da fare è mantenere la calma. Non è detto, infatti, che le somme richieste debbano essere restituite. Bisogna verificare che la richiesta sia legittima, nel qual caso è bene ricordare che il pagamento può essere rateizzato. Nel caso in cui, invece, la richiesta non sia le­gittima, perché l’errore non è stato commesso dal pensionato, allora si aprono altri scenari. Spetta all’Inps dimostrare di non aver sba­gliato. Codici è a disposizione con i suoi esper­ti per verificare la legittimità delle richieste dell’Inps.