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SANNICANDRO/ OLIVETI STORICI DEL “FEUDO BELVEDERE” VARATE LE NORME PER LA TUTELA DELL’AREA

Varate le nuove “Disposi­zioni nazionali concernenti i programmi di sostegno al set­tore dell’olio di oliva e delle oli­ve da tavola” da parte del mi­nistero per le Politiche agrico­le, alimentari e forestali. L’aspetto che fa ben sperare e che conferma la bontà di alcune scelte strategiche dell’Asp “Zaccagnino”, è l’annunciato sostegno a favore degli uliveti storici. La no­ta ministeriale, infatti, mette in evi­denza il rilie­vo che avran­no, nell’eroga­zione dei con­tributi comu­nitari, gli «in­terventi sul miglioramento ambientale dell’impatto dell’olivicoltura» che consistono, come si precisa, in quelle «operazioni di man­tenimento degli oliveti ad alto valore ambientale e paesaggi­stico e a rischio abbandono, ubicati per lo più in aree dalla situazione orografica diffici­le».

«Ci sono quindi buone pos­sibilità di programmare e rea­lizzare un consistente interven­to sui novantasei ettari di uli­veto storico dell’Asp – commen­ta Patrizia Lusi, presidente del­la “Zaccagnino” -, proprio gra­zie all’avvenuta iscrizione del “Paesaggio agrario di olivastri storici del Feudo di Belvedere” nel Registro nazionale dei pae­saggi storici rurali il 28 ottobre 2020, a distanza di quasi quattro anni dalla sottoscrizione dell’intesa del 10-16 febbraio 2017, che vedeva l’Asp ente ca­pofila e partner il Parco del Gar­gano, il Dipartimento di scienze agrarie dell’Università di Fog­gia e i Comuni di San Nicandro Garganico, Apricena, Lesina e Poggio Imperiale». Nella menzione allegata al decreto di iscrizione del Feudo Belvedere nel registro naziona­le, infatti, è attestato che «il pae­saggio dei boschi pascolati di olivastri del Feudo di Belvedere ha una classe di integrità VI. Infatti l’area si è mantenuta so­stanzialmente integra dal XIII secolo. Le modifiche apportate negli ultimi decenni, non han­no comunque intaccato il pae­saggio del bosco pascolato di olivastri nel suo comples­so, né hanno determinato ima perdita del patrimo­nio arboreo monumenta­le, dato che le

piante sono quasi del tutto plurisecolari. Ciò ha garantito di aver lasciato sostanzialmen­te inalterato il patrimonio pae­saggistico del Feudo di Belve­dere. L’area presenta numerose criticità dovute sia alla confor­mazione del territorio, con suo­li poveri, rocce affioranti e poca viabilità, sia alla poca accessi­bilità che l’Azienda ha rispetto ai fondi comunitari per lo Svi­luppo Rurale». Proprio l’apposito organismo dell’Osservato­rio ministeriale – aggiunge il presidente Lusi – sottolineava come “sarebbe utile dar accesso ai fondi anche ad aziende come queste, in modo tale da poter mantenere un paesaggio stori­co in modo continuativo ed ot­timale nel tempo” e “avviare progetti comunali e/o nazionali al fine di mantenere e conser­vare il paesaggio tradizionale nel tempo, magari coinvolgen­do scuole locali gemellate con altre extra-nazionali”». Costituisce quindi un preciso e pressante impegno dell’Asp capofila e delle istituzioni cofirmatarie dell’intesa avviare da subito ogni attività neces­saria alla progettazione di un adeguato intervento sull’ulive­to del Feudo Belvedere, onde realizzare una concreta azione di salvaguardia del patrimonio ambientale del territorio, pun­tando all’utilizzo delle nuove opportunità offerte dai pro­grammi di sostegno del settore e sulle buone pratiche agro-silvo-pastorali nel solco della tra­dizione e nel rispetto dell’ambiente, conclude Lusi.