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SCUOLA/ ANNO QUASI TERMINATO. MA IN PUGLIA È ANCORA SCONTRO AL TAR

Due associazioni fanno ricorso contro la facoltà di scelta tra lezioni on line e in presenza
L’appello del governatore Emiliano ai genitori pro Dad: «Costituitevi in giudizio»

È di nuovo guerra aperta in Puglia contro l’ordinanza regionale del 24 aprile scorso con cui il presidente Michele Emiliano lascia ai genitori la facoltà di scegliere per i propri figli la didattica a distanza o le lezioni in presenza, in deroga alle disposizioni nazionali. Le associazioni Scuole Diffuse in Puglia Aps e Autism Friendly, una onlus con sede ad Altamura, insieme a 33, fra genitori, insegnanti e anche uno studente maggiorenne, hanno presentato ricorso al Tar Puglia, sezione di Bari, per chiedere l’annullamento, previa sospensiva, del provvedimento regionale, in vigore dal 26 aprile scorso fino al termine dell’anno scolastico. I pro Dad

I genitori pro Dad, che in tutti questi mesi hanno chiesto e ottenuto il sostegno del presidente, in queste ore stanno valutando la possibilità di costituirsi in giudizio a difesa dell’ordinanza. E d’altronde è lo stesso governatore a cercare il sostegno di uno dei gruppi di genitori pugliesi favorevoli alla Dad più attivi sulla rete, con circa 6mila iscritti. «Come forse sapete – scrive Emiliano in un post su Fb – è stato proposto un ricorso per annullare la mia ordinanza che lascia libera la scelta della dad. L’udienza è per il 19 maggio e l’avvocato Pierluigi Balducci si sta costituendo a nome di numerosi genitori a sostegno della mia ordinanza. Vi ricordo – conclude il presidente – che anche voi potreste costituirvi a difesa della mia ordinanza nominando un avvocato. Siete ovviamente liberi di scegliere chi volete come vostro legale». Tanti genitori sono convinti che il giudice amministrativo non concederà la sospensiva, e quindi non annullerà una ordinanza che di fatto, a loro parere, non obbliga nessuno a non tornare in aula, ma lascia, in un momento di emergenza pandemica, ai genitori il diritto costituzionalmente garantito di tutelare la salute dei propri figli.

Di tutt’altro avviso, ovviamente, i ricorrenti, assistiti dagli avvocati Luisa Carpentieri, Luca Monticchio, Dario Belluccio e Giovanna Calia. Tra le motivazioni del ricorso, l’eccesso di potere nell’applicazione degli articoli 2 e 3 dei decreti legge 44 e 52 del Governo nazionale che prevedono deroghe «solo in casi di eccezionale e straordinaria necessità – si legge nel ricorso – con provvedimenti limitati ad alcune porzioni del territorio regionale e certamente per brevi periodi, non certo sino alla fine dell’anno scolastico. Per una lettura costituzionalmente orientata di tali disposizioni, è da ritenersi – prosegue il ricorso – che la deroga sia consentita solo per l’adozione di misure più stringenti, quale plausibilmente la riduzione delle percentuali di studenti in presenza rispetto a quelle stabilite nel decreto legge». I ricorrenti contestano, in sintesi, l’assenza di dati epidemiologici che giustifichino il provvedimento. «Per il presidente della Regione – scrivono- la paura del contagio è essa stessa un buon motivo per limitare un diritto costituzionalmente garantito, come se si potesse decidere di non portare i figli a scuola, per paura di un incidente causato dall’alto traffico nelle ore di punta».

Intanto, lo spettro della Dad incombe anche sulla ripresa a settembre. I sindacati di categoria Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Fgu, in una conferenza stampa tenuta ieri davanti all’Ufficio scolastico regionale, denunciano il problema delle «classi pollaio che, senza aumento di organici e interventi sull’edilizia scolastica, rischia di compromettere anche il prossimo anno scolastico». In Puglia 137 classi su circa 27 mila superano i 28 alunni.

Lucia Del Vecchio