«Lo scorrimento della graduatoria dei voti residuati avviene in senso decrescente a partire dalla circoscrizione rimasta priva di seggio; e, solo in caso di ulteriori seggi da assegnare l’Ufficio ripercorre la graduatoria dalla circoscrizione in testa». Appena quattro righe sono bastate al Tar di Bari per spiegare perché i due seggi del Pd in Consiglio regionale vanno assegnati a Sergio Blasi e Teresa Cicolella e non, come aveva fatto la Corte d’appello di Bari, a Michele Mazzarano e Ruggero Mennea. Ma le motivazioni con cui i giudici amministrativi (Terza sezione, presidente Ciliberti, estensore Dibello) hanno accolto il ricorso di Blasi non sono sufficienti a sanare il vulnus: anche per il consigliere salentino PD Sergio Blasi (avvocati Michele Laforgia, Federico Massa, Daniele Montinaro e Saverio Nitti) se ne riparla l’8 luglio, quando il Tar dovrebbe procedere con la nuova proclamazione degli eletti.
L’errore di scorrimento nella graduatoria del Pd era, in realtà, macroscopico. La norma dice che il premio di maggioranza viene suddiviso tra le province «seguendo la graduatoria decrescente dei voti residuati espressi in percentuale del relativo quoziente elettorale circoscrizionale (…) iniziando dalla prima circoscrizione alla quale non è stato ancora attribuito il seggio». La prima circoscrizione (provincia) che non ha ottenuto il seggio è Brindisi, i seggi da assegnare sono 9, la sequenza di assegnazione corretta è Brindisi-Foggia-Lecce-Bari-Bat-Taranto-Brindisi-Foggia-Lecce. La Corte d’appello è invece partita da Brindisi ma poi è ripartita dalia prima circoscrizione nella graduatoria dei resti (Bat), dunque Brindisi-Bat-Taranto-Brindisi-Foggia-Lecce-Bari-Bat-Taranto. Per questo Mennea (Bat) e Mazzarano (Taranto) si sono ritrovati consiglieri al posto di Cicolella (Foggia e Blasi (Lecce). Lo scorrimento riparti dall’inizio – ha detto il Tar – solo quando la graduatoria scorre fino all’Ultimo posto, e non quando tutte le province hano avuto un seggio anche dalla fase proporzionale. «Questa interpretazione – hanno scritto i giudici amministrativi a proposito di quanto fatto in sede di proclamazione – non può essere condivisa dal Collegio perchè basata
su un equivoco e su una interpretazione della norma non aderente alla sua formulazione lessicale». Il procedimento elettorale è unico, e non va spezzato tra la parte proporzionale e quella maggioritaria! «È logico e ragionevole procedere alla ripartizione degli ulteriori 27 seggi riprendendo le operazioni elettorali dal momento in cui sono state, per così dire, sospese» dopo i primi 23 seggi.
La decisione del Tar riguarda solo Blasi (e dunque Mazzarano) perché sui ricorso di Ciccolella c’è un incidentale di Mennea che, se accolto, darebbe al Pd un seggio in più e dunque salverebbe il consigliere barlettano. In realtà la Prefettura di Bari, incaricata di rifare i calcoli, ha già proceduto (nei ricorsi De Santis-Scalera-De Palma) e ha considerato eletti Blasi e Cicolella a spese di Mazzarano e Mennea. Se ne riparla a luglio, ma probabilmente anche più in là perché tutti faranno appello al Consiglio di Stato: dopo la sentenza definitiva del Tar, però, il Consiglio regionale dovrebbe già procedere alla surroga per sanare una situazione illegittima, anche a danno dell’opposizione che dovrebbe avere due seggi in più.