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VIESTE/ VIAGGLIO NEGLI ANNI DAL 1943 AL 2013. BENI E ATTIVITÀ SOCIO-CULTURALI (27)

A cavallo degli anni 70-80 particolari attenzioni vengono rivolte alla valorizzazione delle cose notabili della nostra città, con i seguenti interventi: Restauro della cattedrale, ad iniziativa dei sacerdoti della chiesa stessa, iniziato nel ’76 e ultimato nell’80; restauro del castello, ivi edificato mille anni fa e forse più, cominciato dai normanni, ampliato dagli svevi, completato dagli spagnoli; restauro della chiesetta di San Lorenzo, chiusa da molti anni, che viene riaperta al culto; rifacimento del campanile di San Francesco, resosi pericolante; acquisto dell’immobile in Via Celestino V, vicino alla cattedrale, destinato a museo civico.

Vengono tratti dall’oblio i reperti archeologici raccolti e catalogati dal medico Michele Petrone nei primi decenni del Novecento, da lui donati al Comune e da allora giacenti chiusi nelle casse, sotto la soffitta della casa municipale. Quel piccolo patrimonio di archeologia locale viene affidato alla competenza del direttore del museo di Lucera e dell’esperto cittadino Giuseppe Ruggieri, i quali ordinano e sistemano il tutto in apposite vetrine. Che, allineate nei locali a pianterreno del municipio, lato Via Deputato Petrone, resteranno lì esposte ai visitatori fin quando, poi, saranno trasferite nella sede di Via Celestino V. Viene incrementata la dotazione libraria della biblioteca comunale, frequentata perlopiù dagli studenti delle scuole secondarie.

Sul piano sociale, negli anni di cui diciamo, prendono vita parecchie associazioni di volontariato. Le ricordiamo. Donatori di sangue “Fratres”, a cui partecipano numerosi benemeriti cittadini viestani, guidata con passione e successo da Mario Ragno, onde da anni, fra le città della Puglia,Vieste è ai primi posti per il numero di donazioni. L’O.M.S. fa presente che 50 sacche di sangue ogni mille abitanti soddisfano il fabbisogno della comunità. Vieste nel 2013 ha raccolto 1206 sacche, pari a 86 per ogni mille abitanti! Il Circolo culturale Niccolò Cimaglia, già animato da Mimmo Aliota, don Francesco Iannoli e Matteo Siena, a cui va il merito d’aver pubblicato parecchi quaderni di storia cittadina. La Sezione di Storia Patria, condotta dall’infaticabile Franco Ruggieri, partecipe e motore di incontri e convegni, nonché di escursioni volte a conoscere luoghi e cose di interesse culturale e ambientale. Il WWF, i cui volontari operano sul territorio in particolari circostanze. La Sezione della Lega Navale, nata nel 1992. Ne è presidente Francesco Aliota, riferimento  e snodo di tutte le attività della sezione, che comprendono, oltre a quelle marinare specifiche, anche altre, quali: incontri culturali ispirati alla storia e alle tradizioni della nostra città – un mix di conoscenze e svago -, manifestazioni sportive, come gare di vela, di pesca ed altre anche per disabili. Pubblica il periodico Logbook condotto egregiamente da Nino Patrone. Il Gruppo Pegaso, guidato da Roberto Bosco, operante nella protezione civile dal principio del millennio, presente sempre, con prontezza e mezzi disponibili, dove c’è bisogno. 

Arredo urbano e monumenti

I giardini, i monumenti, il parco giochi sono senza dubbio gli elementi compositivi di maggior significato dell’arredo urbano. A Vieste, prima dell’ultima guerra c’era solo il boschetto di pini e qualche quercia, al vertice di Corso L. Fazzini, impiantati all’inizio del Novecento. Noi viestani l’abbiamo chiamato sempre la villa. Gli altri siti che oggi ornano la nostra città, sono stati realizzati negli anni dalla fine della guerra ai nostri giorni, compreso l’assetto definitivo della villa, con ampie aiuole sotto gli alberi, pavimentazione della superficie restante e una fontana. Gli altri siti, realizzati, in ordine cronologico: Boschetto dietro il municipio, giardini di Marina Piccola, campo di pallacanestro tra via Madonna della Libera e via De Gasperi, campo di calcetto in via Matteotti, parco giochi in via Madonna della Libera, boschetto in piazza Aldo Moro (al termine di via Giovanni XXIII), giardini vicino al monolito Pizzomunno.

Nell’ultimo cinquantennio, sono altresì entrate nell’arredo urbano le seguenti statue di bronzo: monumento ai caduti, vicino alla chiesa Santa Croce; statua di papa Giovanni XXIII, in piazza Aldo Moro; statua di San Pio di lato alla chiesa Santa Croce.

Eventi cittadini

Il 22 maggio 1979 giunge a Vieste, per la prima volta nella sua storia, il giro ciclistico d’Italia, il 62°. La tappa Potenza-Vieste termina sul rettilineo fiancheggiante la spiaggia del Castello, lungo il quale si trova assiepata una gran folla festosa. Protagonisti di quest’ultimo tratto sono i due assi del ciclismo italiano del momento, Saronni e Moser che disputano la volata finale. Vince allo sprint Saronni.

Il 13 marzo 1980 riceviamo in gradita visita il Ministro dei Lavori Pubblici Franco Nicolazzi. Ha propiziato la visita e lo accompagna il nostro concittadino Antonio Cariglia, personalità di lunga milizia nel PSDI, più volte deputato al Parlamento italiano, in quel momento parlamentare alla Comunità Europea. L’incontro degli ospiti con gli amministratori comunali nel palazzo di città, data anche la presenza dell’Onorevole Cariglia, è molto cordiale. Colgo l’occasione per rappresentare al Ministro due opere necessarie alla nostra città, di competenza del suo Ministero, cioè il completamento del molo radicato allo scoglio del faro e la costruzione di un nuovo ponte sul torrente Macchio, presso la località Mandrione, opere per le quali esistono già i progetti redatti dai competenti uffici del Genio Civile. Il Ministro promette. E manterrà la promessa.

I lavori per il completamento del molo e per la costruzione del ponte Macchio sono presto finanziati e appaltati. Verranno ultimati in tre anni.

Giornate speciali

Il 26 ottobre 1980 viene celebrata, tra il Viale Italia e Marina Piccola, la IX Giornata Nazionale del Ricordo dei Caduti in guerra. La manifestazione, promossa dall’Associazione Medaglie d’oro, nobilissima sul piano patriottico, appare nel suo svolgersi suggestiva e spettacolare: truppe schierate sul Viale Italia (150 uomini delle tre armi), bandiere al vento, fuoco che brucia sul tripode posto al centro del marciapiede di Marina Piccola, banda dei carabinieri. E, insieme, ammiragli e generali col petto adorno di nastrini di guerra, alcuni ex combattenti insigniti di medaglia d’oro, aerei da caccia in formazione che eseguono alcuni passaggi sulla città, una folla come non se ne vedeva dai comizi delle prime elezioni del dopoguerra, che fa festosa cornice. C’è anche una corona di fiori mandata dal Presidente della Repubblica e un suo messaggio. L’amor di patria, un sentimento sopito da tempo, rivive per un momento nei discorsi e, a quel che vedo dalla tribuna ove mi trovo, anche sul volto di molti dei presenti, specialmente quelli che conobbero la guerra. Il consiglio comunale, riunito il pomeriggio in apposita seduta, conferirà la cittadinanza onoraria agli alti ufficiali e ai decorati di medaglia d’oro presenti, per la manifestazione realizzata in collaborazione col Comune. A loro volta i decorati, a nome dell’Associazione, conferiranno al nostro comune un diploma di benemerenza patriottica con medaglia d’oro.

Eventi in  cattedrale

Nel 1981 la chiesa cattedrale è al centro di altre tre giornate speciali.    Il 2 maggio la consacrazione episcopale di mons. don Francesco Denittis, quinto viestano che diventa vescovo (arcivescovo, per la precisione).

Il 12 luglio l’inaugurazione, con un concerto in chiesa, del nuovo organo con 1543 canne, costruito nella bottega dell’artigiano di Empoli Rosario Chichi e figli, sotto la direzione dell’organista maestro Cosimo Candido, che esegue il concerto.

Il 20 settembre l’elevazione della cattedrale a basilica minore, giusta la bolla del papa Giovanni Paolo II, con una cerimonia solenne a cui partecipano cinque prelati tra vescovi e arcivescovi, autorità civili e militari e tanta gente.

Mons. Francesco Denittis consacrato arcivescovo

La risonanza è grande nella città. Se ne ha un anticipo nell’accoglienza riservata la mattina a mons. Denittis e al cardinale Agostino Casaroli, segretario dello Stato Vaticano, al loro arrivo a Vieste. Scesi dalla macchina in Piazza S. Maria di Merino, dopo essersi salutati con le autorità cittadine, percorrono le vie per giungere in cattedrale tra due ali di cittadini che applaudono alla grande, mentre i ragazzi delle scuole agitano bandierine italiane e del Vaticano, le quali fanno pariglia con quelle più grandi che sventolano dai pali. In chiesa il cardinale Casaroli officia la consacrazione episcopale di mons. Denittis. Fanno corona l’arcivescovo di Manfredonia mons. Vailati, il clero cittadino, esponenti delle istituzioni e gran folla di fedeli. Terzo tempo, la sera. Il cardinale Casaroli e mons. Denittis si recano in visita sul Comune, dove li accolgono il sindaco con i componenti della civica Amministrazione.

 E’ presente il prefetto di Foggia, l’arcivescovo di Manfredonia, Valentino Vailati, altre personalità, cittadini. Nel porgere il benvenuto al cardinale Casaroli, sento di poter dire tra l’altro: “Questa sua visita, Eminenza, ci onora e ci gratifica; gliel’ha mostrato l’entusiastica manifestazione di stamattina, ed il seguito di stasera. La sua presenza tra noi è un evento, siamo certi, che sarà annoverato tra quelli memorabili della lunghissima storia della nostra città”.

Per l’illustre porporato, la manifestazione lungo il percorso verso la chiesa, della quale è stato partecipe, costituisce una piacevole sorpresa, inaspettata, inusuale. Lo dice nel rispondere al saluto, soggiungendo di capire che la festa è riferita essenzialmente al concittadino diventato arcivescovo, ma questo nulla le toglie, anzi ne accresce l’apprezzamento.

Divenuto Nunzio Apostolico, il nostro “don Franco” rappresentò il Vaticano in Papuasia-Nuova Guinea, poi nelle repubbliche del sud America. Collocato a riposo per limiti d’età, si ritirò nella sua, la nostra Vieste. Qui ha continuato a celebrare messa nella chiesa cattedrale, della quale amava dichiararsi viceparroco, amico e collaboratore del parroco e vicario episcopale don Gioacchino Strizzi, che gli fu sempre accanto. Era rispettato e stimato dai concittadini, anche per il suo temperamento gioviale e la bonomia. E negli ultimi anni per un’opera che si tocca con mano, felice testimonianza del suo attaccamento alla religione e alla città: il “Centro di Spiritualità” di S. Salvatore. Un luogo d’incontri e di preghiera comunitaria, di notevole valore realizzato con i suoi risparmi, nella panoramica località d’altura così chiamata.  Che comitive di fedeli viestani e anche di altre città frequentano già da alcuni anni. Lo ha donato, con la campagna che gli appartiene ed ogni altra cosa, alla nostra arcidiocesi, Manfredonia, Vieste, S: Giovanni Rotondo.    

Mons. Francesco Denittis ci ha lasciati il 10 marzo scorso. Il giorno dopo è stato ricordato e onorato nella cerimonia funebre svoltasi nella chiesa cattedrale strapiena di popolo, presenti autorità civili e religiose.

Credo che nel nostro ricordo a lui ben si addica il verso di Orazio: Non omnis moriar, non morirò del tutto.

Ludovico Ragno

(CONTINUA – 27)

Il Faro settimanale