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LEGAMBIENTE HA CANDIDATO AL BANDO DELLA FONDAZIONE PER IL SUD “VIESTE BLUEGREEN” PER COLLEGAMENTI SOSTENIBILI CON LA FORESTA UMBRA

Può svilupparsi un serio turismo naturalistico sul Gargano, incentrato in pri­mis sulla Foresta Umbra? Questo era stato sabato scorso il tema al centro dell’approfondimento de l’Attacco, che segnalava l’aumento di strutture ricettive e le carenze dei servizi sottolineate da alcuni operatori turistici. Nei giorni seguenti Cantoniera d’Umbra, b&b nato in una ex casa cantoniera, ha ospi­tato diverse persone tra cui la deputata si­pontina M5S Francesca Troiano,che ha voluto confrontarsi con la famiglia Quitadamo dopo aver già raccolto in passato le sol­lecitazioni di Marcello Salvatori,patron di Elda Hotel. Ma la tematica analizzata su queste colonne ha anche innescato un di­battito tra naturalisti, operatori culturali e no­mi noti dell’associazionismo garganico.

Una delle questioni poste dagli operatori tu­ristici riguardava l’assenza di collegamenti pubblici, meno impattanti, magari tramite mezzi elettrici. Oggi in Foresta arrivano ogni giorno in estate innumerevoli auto, moto, quad, con danni notevoli anche solo in ter­mini di rumore.

“Nel progetto “Vieste Blugreen”, che abbia­mo presentato sulla mobilità sostenibile con la Fondazione con il Sud, il tema trasporti elettrici per collegare la Foresta a Vieste e Monte ce lo siamo posti”, rivela Franco Salcuni,presidente del circolo Legambiente FestambienteSud di Monte San­t’Angelo. “Lo presenteremo nella tappa viestana del festival. In particolare, si tratta di un progetto per la valorizzazione delle green ways tra Vieste e Foresta, ma non solo, e per la crea­zione di un collegamento stabile con mezzi collettivi elettrici da Vieste ai due siti Unesco della Foresta e Monte. E’ stato presentato da Legambiente FestambienteSud come ca­pofila nell’ambito del bando Mobilità soste­nibile della Fondazione con il Sud. Speria­mo che venga finanziato, al momento è in fa­se di valutazione”.

“Frequento la Foresta Umbra, come opera­tore turistico, da 25 anni”, spiega il monta­naro Giuseppe Palumbo, fondatore della coop Ecogargano che gestisce il castello e il centro visite del Parco a Monte Sant’Ange­lo. “Feci la mia prima guida nel luglio 1994 e da allora ho continuato a farlo sia di giorno che di notte, a piedi ma anche in bicicletta, per­corsi per famiglie ma anche per associazio­ni come il CAI, GAM, Agesci, Unione ciechi. In Foresta Umbra esistono un centro visita­tori e un ufficio informazioni, peccato solo che questo centro – che dipende direttamente dal Ministero dell’Ambiente -sia aper­to solo nel periodo estivo. Questo centro vi­sitatori, che è anche Museo Naturalistico, nel 2000 fu visitato da 40.000 paganti, men­tre lo scorso anno sono stati appena 5.600 i visitatori, con un calo negli anni vertiginosis­simo. Eppure i servizi offerti non sono cam­biati negli anni, forse è cambiata la tipologia di turismo”, continua Palumbo.

“Mi spiego: mentre prima si arrivava solo ed esclusivamente per la Foresta – nata come riserva naturale nel 1891, cento anni prima dell’istituzione del Parco Nazionale del Gar­gano, con un sistema di gestione all’avan­guardia, che altre riserve e parchi negli anni ci hanno copiato con la possibilità di avere all’interno aree ricreative, di studio, ma an­che riserve integrali – oggi questi stessi luo­ghi vivono di riflesso dalle aree limitrofe o so­no un riempitivo di programmi che hanno co­me protagonista principale il mare o i luoghi di fede. Negli anni la Foresta Umbra è rimasto un masusoleo, mentre altre aree protette che negli anni sono state istruite hanno sfruttato più moderne tecnologie per attrarre visitatori e magari creare una economi pseudo green Lo scopo principale della gestione della Foresta Umbra è la conservazione, ma i visitatori attratti da questo sono in numero infinitesimale”.

Palumbo fa un semplice esempio: “Prima era possibile nella Foresta l’accensione dei fuochi per il barbecue, tanto che nelle attivi­tà ricreative di gestione della foresta i primi amministratori dell’ex ASFD (Azienda di Stato per le foreste demaniali) inserirono nelle aree da picnic proprio apposite aree dove era possibile l’accensione dei fuochi e in oltre 130 anni dall’istituzione della Riser­va naturale di Umbra non ci sono mai stati in­cendi dovuti a questa pratica. Oggi questo non è più possibile, quindi la Foresta ha per­so una fetta importante di visitatori di prossi­mità che nei fine settimana vi si recava. Le scolaresche sono quasi completamente scomparse, mentre prima – a marzo, aprile e maggio – era un continuo di pullman che ac­compagnavano gli studenti. Negli anni ‘80- ‘90 gli insegnanti si assumevano comunque la responsabilità di portare i ragazzi in gita in luoghi dove non esistevano i bagni, perché era facile avere l’approvazione dei genitori. Oggi la prima cosa che viene chiesta è se ci sono i bagni. La risposta ovviamente è no, perché i bagni ai fini della conservazione non sono importanti. Elementi di attrazione che non siano le diverse manifestazioni di Madre natura in Foresta non ce ne sono, se non fos­se per i daini, tra l’altro neanche autoctoni. Altre aree naturalistiche, che magari non hanno puntato negli anni solo alla conser­vazione, ma anche allo sviluppo economico, si sono attrezzati con parchi avventura o hanno creato circuiti di visita alternativi, ma al tempo stesso non impattanti ma capaci di incuriosire e attrarre. La Foresta deve fare i conti con il sistema concorrenziale innesca­to con l’istituzione di aree e parchi nuovi. Non si viene sul Gargano per la Foresta Umbra, si viene per il mare di Vieste e Peschici, per il santuario di San Pio e San Michele. Negli ultimi anni non si viene sul Gargano neanche più per il Parco Nazionale del Gargano. Figuriamoci se la gente vuole venire per la sola Foresta Umbra, che potrebbe avere nuova vita se per esempio si recuperasse la ferrovia decauville a scopi turistici”. Palumbo dissente anche rispetto ad altre ar­gomentazioni che era state avanzate.

“Non è vero che non esiste una cartina dei sentieri: esiste eccome, bisogna però sa­perla leggere. Certo non è una carta IGM, che i più attenti prima di avventurarsi posso­no scaricare sul proprio telefono. Non è ve­ro che non si offrono servizi. Le guide e le in­formazioni continuiamo a farle e a darle, ma se i turisti sono in forte calo non è certo col­pa nostra. I trasporti: quanto costa offrire una corsa in andata e ritorno Vico – Foresta Umbra ? Ci voglioni almeno 500 euro al giorno, e un turista da Monte S. Angelo per arrivare a Vico deve partire almeno 2 giorni prima, o pensate che ogni paese turisticamente importante debba mettere a disposizione un servizio pubblico per portare gli ospiti in questi luoghi?

Lucia Piemontese

l’attacco