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VIESTE VERSO LE COMUNALI/ SPINA DIANA: “ALLA TESTA DI CIVI L’AUTISTA DEL SUOCERO DEL PRIMO CITTADINO. C’E’ STATA PAURA” (3)

Qualcuno si interroga adesso su Vie­ste Libera: sarebbe stata una lista ci­vetta anch’essa?

“Non civetta ma sicuramente era una lista im­provvisata”, commenta un beninformato, “nata come reazione di Spina Dia­na alla decisione di VST di far a meno di lui. Ora ci sarebbe da chiedersi come faceva Nobiletti, così come ha dichiarato a Repubblica, ad avere il sentore che Vieste Libera stava naufragando. Forse perché aveva causato lui quel naufragio?”.

Del resto l’accusa del figlio dell’ex onorevole e sindaco Mimi Spina è che ci siano state for­ti pressioni da VST che avrebbero intimorito e fatto recedere alcuni dei suoi candidati. “CIVI è guidata dall’autista del suocero del sindaco, che viene solo in estate a Vieste per lavorare come stagionale. Nessuno di quel­la lista risiede a Vieste. Una lista civetta non la presenti se fai della battaglia per la legali­tà il tuo faro. Devono essere gli elettori a de­cidere se le elezioni sono valide o meno, non puoi deciderlo tu in un ufficio presentando una lista civetta”, continua il beninformato. “Peraltro, il quorum sarebbe stato più basso stavolta per via della pandemia: non il 50% degli aventi diritto ma il 40% al netto dei resi­denti iscritti all’AlRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero, ndr). Di circa 11 mila per­sone servivano 4mila votanti per rendere va­lide le elezioni”.

Nel 2016 votarono in circa 8500. Evidente­mente dalle parti della maggioranza hanno ritenuto che nonostante gli ampi consensi quel 40% restasse inarrivabile. Per Vieste Libera “la città ha paura”. “Con ri­ferimento ai fatti accaduti nella giornata di sa­bato scorso, sentiamo il dovere di scusarci con gli elettori per aver disatteso le aspetta­tive di coloro che in questa amministrazione uscente non intendono riporre la propria fi­ducia”, afferma il gruppo di Spina Diana. “No­nostante il breve tempo, abbiamo provato fi­no all’ultimo a garantire agli elettori la possi­bilità di scegliere per un programma politico­amministrativo diverso. Tuttavia, nelle diffi­coltà oggettive, alle quali si è aggiunta la re­frattarietà di alcuni gruppi di opposizione a lavorare per un progetto alternativo unitario, abbiamo riscontrato un clima di eccessivo ti­more reverenziale nei confronti di chi ricopre attualmente il ruolo di pubblico amministra­tore, al punto tale da registrare un numero in­versamente proporzionale di persone dispo­nibili a candidarsi rispetto ai consensi rileva­ti fra la gente e certificati sui social nei con­fronti della nostra proposta politica. Il dato po­trebbe essere sintomo di una comunità che vuole cambiare, ma non ha il coraggio di esporsi per poterlo fare realmente”.

l’attacco