Accorciare i tempi e accelerare la somministrazione della terza dose del vaccino anti Covid agli insegnanti, categoria tra le più esposte dopo quella dei sanitari. «In questo senso – fa sapere l’assessore alla salute Pier Luigi Lopalco – la Regione si prepara a inviare un quesito al ministero della Salute».
Professor Lopalco, come sta procedendo la somministrazione della terza dose?
«Direi che procede bene. È in corso la vaccinazione dei cosiddetti soggetti fragilissimi. Stiamo parlando di immunodepressi, pazienti oncologici con trattamento in corso, dializzati. Attenzione: si tratta di quelle persone che hanno bisogno della terza dose “di rinforzo”, dopo che siano trascorsi almeno 28 giorni dalla seconda iniezione».
Sta dicendo che per loro non è una dose dì richiamo?
«Proprio così. Per i soggetti fragilissimi non si tratta di una iniezione di richiamo ma di una terza dose di rinforzo, vista la loro condizione di estrema debolezza sul piano immunitario. Questi pazienti, per quanto sappiamo, sono tutti stati presi in carico dalle rispettive reti di assistenza».
Come procede la terza dose di richiamo?
«Quella è in corso e, come è noto, riguarda in primo luogo gli operatori sanitari, gli ultra 80enni, i residenti nelle Rsa e i fragili. Ossia quei pazienti che hanno problemi polmonari, cardiologici, renali oppure un tumore ma non in trattamento. Ad ogni modo, come già divulgato dalla Regione, tutti coloro che hanno più di 60 anni possono prenotarsi e farsi somministrare il vaccino, a condizione che siano trascorsi almeno sei mesi dalla seconda dose».
A che punto siamo?
«Su ultra 80enni, Rsa e fragili direi che abbiamo vaccinato il 25% della popolazione. E il dato aumenta di giorno in giorno. Vorrei però lanciare un appello a prenotarsi,
prendendo contatti con i soliti canali: sito web della Regione, numero verde 800.713931 e farmacie. Ma, lo ricordo, ci si può presentare anche senza prenotazione e farsi vaccinare. Il rischio, in tal caso, è dover aspettare un po’ prima dell’iniezione».
Quando si prevede la terza dose di richiamo per gli insegnanti?
«Non abbiamo ancora indicazioni da Roma. La mia intenzione è rivolgere un quesito al ministero della Salute per chiedere se non si ritenga di procedere sollecitamente con gli insegnanti: con quelli, ovviamente, che abbiamo ricevuto la seconda dose da almeno sei mesi. Non si deve trascurare il fatto che i docenti, dopo gli operatori sanitari, rappresentano la categoria più esposta al contagio».
A cosa allude?
«Al fatto che gli insegnanti sono a contatto soprattutto con bambini e ragazzi. Basti pensare alle maestre e ai maestri delle materne, i quali si prendono cura di bambini che non sono tenuti a indossare la mascherina. Resta inteso che l’insegnante che appartenesse a una categoria fragile può seguire il canale indicato e ottenere la terza dose subito».
Anche le Forze dell’ordine sono state vaccinate tra marzo e aprile: il quesito al ministero riguarderà anche loro?
«È vero anche loro sono stati vaccinati circa sei mesi fa. Ma la loro situazione è diversa. I loro contatti non sono gli stessi degli insegnanti. I rappresentanti delle forze dell’ordine hanno a che fare con la popolazione generalmente intesa. Che è una platea vaccinata per larghissima parte. Dunque il rischio contagio è molto più basso di quello degli insegnanti».
Quale vaccino viene usato per la terza dose? Ed è lo stesso per tutti?
«Vengono usate le fiale di Pfizer e sono inoculate a tutti, anche a coloro che hanno ricevuto Astrazeneca sei mesi prima. La cosiddetta vaccinazione eterologa, con due prodotti diversi, funziona molto bene e non c’è assolutamente alcuna controindicazione in tal senso dal ministero».
E per chi ha ricevuto il Johnson in monodose?
«Stesso ragionamento. Occorre che siano passati almeno sei mesi dall’iniezione e si può usare il vaccino Pfizer»
Quando si arriverà alla vaccinazione a sportello, senza prenotazione?
«Come ho già detto è già possibile. Ma la prenotazione è sempre raccomandata: è molto semplice da farsi e le agende sono disponibili, dunque l’appuntamento viene dato a pochissimi giorni di distanza. Non si vede perché rinunciare a tale comodità. Del resto, andare all’hub vaccinale senza prenotazione comporta il rischio di doversi mettere in coda e aspettare. Non così con la prenotazione».
Francesco Strippoli
corrieremezzogiorno