Nel lontano 1996 Rocco Draicchio – musicista del gruppo Al Darawish – concepì l’idea di un folk festival in omaggio alla tradizione musicale popolare. Per la tutela di questo immenso patrimonio artistico culturale, nacque l’Associazione Culturale Carpino Folk Festival.
Compito assolto con crescente successo, anche sull’onda del carisma dei mitici cantori di Carpino, per oltre un ventennio. Poi il blasonato Carpino Folk Festival è sparito di scena. C’è da dire non proprio per sua volontà. Sull’home page del sito ufficiale si legge: «Dal 2018 il festival della musica popolare e delle sue contaminazioni è sospeso. Dopo 23 anni consecutivi, i volontari dell’Associazione Culturale Carpino Folk Festival hanno deciso di fermarsi. Il Festival non chiude ma fa una pausa, abbassa i toni e riflette, anche perché è necessario fermarsi e trovare nuove soluzioni.
Se riusciamo, torniamo, altrimenti “Thaf s all folks”». Dal 2018 il festival della musica popolare e delle sue contaminazioni è sospeso. Dopo 23 anni consecutivi, i volontari dell’Associazione Culturale Carpino Folk Festival hanno deciso di fermarsi.
Causa anche i rapporti non idilliaci con l’attuale amministrazione comunale. Ma il Carpino folk festival (originale) non demorde. L’associazione, il 22 dicembre ha eletto il nuovo direttivo, di cui fanno parte Rosanna Sacco, Lucrezia del Conte, Luciano Castelluccia, Domenico Sergio Antonacci e Pasquale Mario Di Viesti. L’assemblea ha rinnovato la fiducia al presidente Di Viesti che, con impegno e passione, ha guidato l’associazione negli ultimi anni, avendo sempre come riferimento valori e ideali che hanno ispirato la nascita del Carpino Folk Festival. Una cosa è certa “chi canta e balla non muore mai”, come sottolineava spesso il mitico cantore Andrea Sacco. Soprattutto a Carpino.
Maria Teresa Rauzino
edicola del sud