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SUPERSTRADA SCONTRO VERO: DA UN LATO AMMINISTRATORI, OPERATORI TURISTICI, LA QUASI TOTALITA’ DEI RESIDENTI, DALL’ALTRO GLI AMBIENTALISTI.

Sono due le considerazioni che emergono dopo il primo tavolo tematico di approfondimento organizzato da Anas nell’ambito del dibattito pubblico promosso per discutere con le comunità garganiche (e non) del progetto di realizzazione della Nuova Garganica, la strada a scorrimento veloce che dovrebbe completare l’arco che va da Vico del Gargano a Mattinata, rimasto per oltre 40 anni congelato.

Innanzitutto va registrata, ancora una volta, una consistente partecipazione: almeno una settantina i cittadini che si sono collegati alla videoconferenza dedicata alterna delle ricadute socio-economiche dettate dalla realizzazione dei tracciati studiati da Anas.

Un trend in crescendo rilevato incontro dopo incontro, nel corso delle ultime quattro settimane, durante le quali il dibattito pubblico ha fatto tappa, in presenza, a Vico, Peschici, Vieste e Mattinata. Mercoledì pomeriggio, invece, l’appuntamento era esclusivamente Online, modalità che avrebbe potuto scoraggiare i meno avvezzi all’uso delle nuove tecnologie, eppure così non è andata.

Dopo l’avvio dei lavori da parte del coordinatore del dibattito pubblico Alberto Cena, si è passati ad una preliminare illustrazione da parte di Enrico Maria Bernardis e Roberto Zani, dell’Ati incaricata della progettazione, che hanno indicato quali sono gli obiettivi che si propone l’infrastruttura, tesa soprattutto a ridurre l’isolamento delle località del Gargano.

Con la realizzazione dell’intervento si vuole migliorare l’accessibilità ai centri abitati e alle aree turistiche della zona, nonché ai servizi di altra natura quali istituti d’istruzione e presidi sanitari, riducendo i tempi di percorrenza; incrementare la sicurezza stradale delle infrastrutture esistenti, riducendo il tasso di incidentalità e favorendo il comfort di marcia e spazi di manovra adeguati anche per il traffico merci; si intende ridurre l’inquinamento atmosferico e il rumore, dal momento che la nuova infrastruttura in progetto contribuirà a decongestionare le aree urbane costiere; si punta a contrastare lo spopolamento del territorio, nelle aree interne.

Più in generale, la Nuova Garganica vuole contribuire con infrastrutture adeguate a supportare la crescita economica della zona e il conseguente aumento dei traffici di persone e merci.

Per dare la possibilità a tutti di esprimere la propria opinione e scendere nei particolari dei temi così dirimenti, l’incontro è poi proseguito in stanze virtuali di discussione moderate da facilitare i professionisti con il compito di raccogliere domande e osservazioni a cui i progettisti hanno risposto alla fine del confronto. Alcuni più turbolenti, altri dai toni più pacati, i sottogruppi di discussione sono stati animati da numerosi interventi e spesso dibattiti accesi tra favorevoli e contrari, a ulteriore dimostrazione di quanto sia vivo l’interesse della comunità rispetto al progetto.

Ancora dominanti le osservazioni di carattere ambientale, seppure declinate nel contesto economico. A detta di alcuni, le ricadute positive potrebbero arrivare ma solo a determinate condizioni. Se però si fa riferimento a quanto accaduto nelle comunità che sono già lambite dalla superstrada sul Gargano nord, si può osservare che un’infrastruttura del genere non ha implementato lo sviluppo, anzi, nel giro di pochi anni, in alcuni centri come Carpino, San Nicandro Garganico, Lesina, Poggio Imperiale (che peraltro ha anche il casello autostradale) e altri si è vista piuttosto un’accelerazione del processo di spopolamento, in percentuali al di sopra della media; così come pure è aumentata la disoccupazione.

C’è chi inoltre ritiene non sia stato preso in considerazione il beneficio che potrebbe invece portare una mobilità lenta, anche nella prospettiva di quella tanto attesa destagionalizzazione del turismo. Senza contare che Vieste è già regina delle presenze e ci si chiede se far arrivare altri turisti non sia piuttosto deleterio considerato che mancano i servizi per accoglierti.

Insomma, è questo il modello di sviluppo pensato per il Gargano? E’ stata la domanda di molti che hanno rilanciato l’alternativa zero, cioè nessun intervento. Alcune obiezioni hanno riguardato anche i tempi di realizzazione, facendo riferimento a quanto accaduto per l’altro tratto già esistente e per le gallerie di Mattinata, tempi più lunghi equivarrebbero a maggiori spese, maggiori disagi per il territorio, maggiori incidenze ambientali causate dai cantieri.

Alcuni tecnici ad esempio ritengono che una massiccia presenza di gallerie (come previsto nelle alternative ritenute più sostenibili) possa essere un elemento di criticità, in particolare si è dubitato che i costi stimati da Anas siano attendibili. E che ne sarà dello smaltimento di materiali di risulta? Si chiedono alcuni.

D’altro canto protestano i residenti i quali vedono nelle obiezioni dei contrari soltanto un interesse legato al turismo. “Ma su questo territorio ci sono anche cittadini -hanno fatto notare – che hanno bisogno di arrivare in ospedale, raggiungere servizi in tempi ragionevoli. Tutti sono preoccupati per i turisti ma qui noi stiamo con i gonnellini di paglia e abbiamo il diritto di raggiungere in sicurezza i servizi minimi”.

“I confini del mondo per i garganici sono le gallerie di Mattinata”, è stato detto, gallerie oltre le quali si raggiunge la civiltà.

Da Anas, tramite l’architetto Giovanni Magarò, sono arrivate le risposte, una tra le più significative: “La strada è solo un’infrastruttura che può facilitare lo sviluppo economico e sociale ma questo deve essere sostenuto da altre variabili”, che arrivano dai territori, dalle amministrazioni, dal tessuto economico e imprenditoriale e così via.

Altri cittadini invece hanno fatto notare che è sbagliato pensare che 100 mila garganici debbano spostarsi dalla propria terra per raggiungere i servizi, piuttosto dovrebbero essere i servizi a raggiungere i cittadini. Ma l’osservazione non è parsa essere molto convincente tra gli interessati.

Da qui la seconda osservazione, di cui si è accennato in premessa: la richiesta di tutela del Gargano e quindi la contrarietà alla realizzazione dell’opera sembra arrivare maggiormente da chi non vive sul Gargano’. E addirittura i residenti vedono in modo negativo chi si erge a difesa dell’ambiente. Già in altre circostanze è emersa questa aspra contrapposizione che conferma ancora una volta il fatto che le tutele sono vissute dai garganici come vincoli e limiti e non come ricchezza, considerato che ad ogni occasione rispunta la proposta della riperimetrazione del Parco.

Un messaggio che nel corso dei decenni non è riuscito a passare o forse non è stato trasmesso nel modo migliore.

cinzia celeste

l’attacco