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CON GUERRA ADDIO A 106MILA TURISTI RUSSI IN PUGLIA

In epoca pre-Covid, il turismo di lusso dalla Federazione Russa generava 31.554 arrivi. Con la guerra, la Puglia dice addio a oltre 106mila turisti dalla Russia, che prima della pandemia erano venuti in viaggio in una delle regioni più amate dai viaggiatori della ‘Grande Madre’. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti Puglia, alla luce del conflitto in Ucraina e delle sanzioni imposte dall’UE alla Russia, considerato che in epoca pre-Covid il turismo dalla Federazione Russa generava 31.554 arrivi e 106.409 presenze in Puglia, regione italiana con forti rapporti con la Russia, suggellati dal vertice Italia-Russia a Bari nel 2007, dopo che nel 2003 Putin aveva donato la statua di San Nicola, patrono della città venerato da oltre due milioni di fedeli in Russia, con una targa che richiama i “legami plurisecolari” con Mosca.

Per la Puglia – sottolinea la Coldiretti regionale – si tratta di una perdita importante, anche perché i visitatori da questo Paese hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa. I turisti russi scelgono in Puglia gli alberghi con 70mila presenze, ma anche gli esercizi extra alberghieri con 37mila presenze, secondo i dati dell’Osservatorio turistico di Puglia Promozione, con le masserie storiche degli agriturismi immersi nelle campagne pugliesi che sono ritenuti meta di eccellenza per i vacanzieri russi per la qualità dei servizi, l’offerta enogastronomica e la bellezza delle strutture e dei paesaggi.

“E’ oggi più che mai necessario sostenere il settore turistico da primato per la qualità dell’offerta che per effetto della nuova crisi causata dalla guerra subirà un ennesimo colpo dopo le pesanti perdite causate dal Covid. Servono misure nazionali e regionali per garantire la sostenibilità economica ed occupazionale delle strutture”, afferma Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti.