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IL TURISMO RIPARTE A PASSI DI ELEFANTE. LONTANI I NUMERI PRE COVID

Le tensioni internazionali pesano sulla ripresa della domanda straniera. Si stimano circa circa 16 milioni di turisti in meno rispetto al 2019.

Il turismo riparte, ma caro-energia e tensioni internazionali rimandano a data da destinarsi il ritorno ai livelli pre-pandemia. Nel primo trimestre di quest’anno si stimano complessivamente 12,1 milioni di arrivi turistici, e 41 milioni di pernottamenti, ancora circa 16 milioni in meno, quasi un terzo, rispetto allo stesso periodo del 2019, l’ultimo senza restrizioni. È quanto emerge dalle stime elaborate da Assoturismo Confesercenti.

Una ripartenza, dunque, sotto le attese degli operatori: «nonostante la crescita rispetto ai primi tre mesi del 2021, che però erano stati quasi azzerati da chiusure, zone rosse e restrizioni, il differenziale con i livelli pre-pandemia resta purtroppo ancora significativo». Nei primi tre mesi del 2022 le località di interesse storico e artistico hanno intercettato circa il 34 per cento del movimento complessivo, quota simile a quella della montagna. Il 10, invece, ha scelto la costa, mentre il 4,3 per cento di viaggiatori si è diretto in campagna e collina. Nel confronto con il 2019, però, il bilancio è negativo per tutti i prodotti, soprattutto dove la quota straniera è di solito rilevante.

Nel dettaglio, continuano le difficoltà per città d’arte, con meno 39 per cento di presenze rispetto a due anni fa, e soprattutto verso la costa e la montagna, che ha scontato la mancanza di neve. Resistono invece meglio campagna e collina, dove il turismo italiano è predominante.

«Eravamo convinti che nel 2022 si potesse rilanciare il turismo ritornando almeno ai livelli pre-covid», commenta Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti. «Purtroppo le tensioni internazionali pesano sulla ripresa della domanda straniera, e la stangata su carburanti, luce e gas su quella italiana. Anche le prospettive per Pasqua e primavera non sono delle migliori, con numerose disdette per aprile e maggio». È quindi ancora necessario sostenere il comparto, chiede l’associazione, ricordando come «gli operatori turistici abbiano già dato testimonianza della loro capacità di resilienza».