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CONCORSONE SCUOLA, RICORSI SUL QUIZ «A CROCETTE»: TANTI I DOCENTI BOCCIATI IN PUGLIA

Qualcuno l’ha definita la «strage degli innocenti», altri invece una nuova «Caporetto». Certo, appare grottesco quello che è accaduto in Puglia (ma non solo) per alcune prove scritte del concorso ordinario della scuola scuola secondaria di primo e secondo grado. Per la classe di concorso A022 (Italiano, storia, geografia, nella scuola secondaria di I grado), infatti, in Puglia a superare la prova scritta (svoltasi il 21 e 22 marzo) su circa 2300 candidati sono stati soltanto in 87. Cioè, conti alla mano, soltanto il 3,7% dei partecipanti allo scritto potrà svolgere l’orale e, dunque, sperare di aggiudicarsi una delle 93 «cattedre» (più posti a disposizione rispetto a chi ha superato la prova scritta) messe a bando per la Regione Puglia.

Una disfatta che, comunque, si è verificata anche in altre regioni d’Italia. In Lombardia, per esempio, su circa 6000 candidati sono stati ammessi all’orale soltanto 964 insegnanti.

Ma, al dì là del dato clamoroso, probabilmente una riflessione va fatta visto che le aspettative, i sacrifici e il futuro di oltre duemila docenti pugliesi non possono dipendere da una prova cosiddetta «computer based», composta cioè da 50 quesiti per rispondere ai quali i candidati hanno avuto a disposizione solo 100 minuti, ovvero 2 minuti per rispondere a ciascuna domanda. Se poi, come è stato riferito dagli aspiranti candidati docenti, le domande erano lunghissime, non sempre corrette, spesso demenziali e che richiedevano un tempo importante per la lettura e la comprensione, la logica conseguenza è che i concorrenti non sono riusciti a superare le prove.

«Fanno scalpore gli esiti di alcune procedure concorsuali in Puglia – commenta il segretario regionale e neo segretario nazionale della Cisl Scuola, Roberto Calienno -. Nel migliore dei casi la percentuale dei promossi arriva al 25% ma, in generale in Puglia, la percentuale media dei promossi si attesta al 15%. Non tanto diversa la situazione nell’intero Paese. Quasi mai la percentuale dei promossi raggiunge il 30%. Discipline letterarie, lingue straniere, tecnologia, storia dell’arte sono le procedure concorsuali caratterizzate da domande errate o comunque imbarazzanti».

Una «debacle» generalizzata che sta accendendo un vespaio di polemiche e si prospettano già numerosi ricorsi.

«A fronte di questa incredibile situazione, non è ancora chiaro come gli interessati possano avere accesso alla loro prova, comunque è indispensabile che l’Amministrazione rimedi immediatamente al danno da chi è stato penalizzato da quesiti sbagliati. In assenza di risposte l’unica strada percorribile diventa quella dei contenziosi legali», aggiunge il segretario generale Cisl Scuola Puglia.

«Non si capisce poi perché, in tempo di pandemia i candidati devono essere costretti a svolgere le prove d’esame in località lontane e in alcuni casi mal collegate e quindi molto difficili da raggiungere. Siamo ben lontani dalla serietà e credibilità che dovrebbe avere una procedura di assunzione del personale: spesso si tratta di precari di lungo corso, professionisti validi che meritano rispetto perché hanno consentito alla scuola pugliese di funzionare negli ultimi 10 anni».

«Per loro, come per tutti, – conclude Calienno – occorre individuare procedure di reclutamento adeguate che tengano conto dell’importante attività svolta, per tanti anni, al servizio della scuola».