Stamane verrà tolto finalmente il velo sui nuovi voli dal Gino Lisa, partenza prevista dal prossimo settembre (anche la data dovrebbe essere comunicata oggi). Grande la curiosità e l’attesa tra gli operatori turistici, economici e non solo. Tutta la città, anche chi ha sempre seguito queste vicende con distacco, non potrà restare insensibile all’ennesima «presentazione di nuovi voli» che la Regione farà all’interno dello scalo.
Di momenti così in effetti a Foggia se ne sono celebrati parecchi negli ultimi dieci anni, ogni volta il tentativo si è rivelato sempre (o quasi) un flop in termini di durata dell’iniziativa e serietà del progetto. Qualcosa però di nuovo questa volta c’è e si chiama nuova pista.
Il tracciato allungato di 400 metri (2mila in totale, 1740 utilizzabili in fase di atterraggio) apre nuove opportunità alle compagnie aeree soprattutto in termini di sostenibilità economica: un conto, infatti, è imbarcare cinquanta passeggeri (il massimo consentito con i voli della Darwin Airline, anni 2009-2011, l’iniziativa più seria che si ricordi di quelle susseguitesi nell’ultimo decennio), altro invece poter operare con aerei fino a 150 passeggeri. Ed è proprio questo il senso del nuovo «Tutti in pista», come recita lo slogan di Aeroporti di Puglia.
Da oggi si comincia dunque a fare sul serio, ma cosa chiedono gli operatori ad Adp e alla Regione affinché questa volta non accada l’imprevisto, il granello nell’ingranaggio apparentemente perfetto, in grado di far saltare ancora una volta tutto? Lo abbiamo chiesto a due tra i principali operatori turistici della Capitanata: il presidente di Federalbergatori, Gino Notarangelo e Filippo Guglielmi dell’omonima agenzia viaggi, tra le più attive nell’incoming di turisti finora dall’aeroporto Karol Wojtyla di Bari (domani dal Gino Lisa?).
«Il Gargano ha bisogno di collegamenti aerei per restare aperto tutto Tanno – dice Notarangelo – andiamo a sentire cosa ci propongono Regione e Aeroporti di Puglia, ma un minuto dopo dovremo rimboccarci le maniche per pianificare la buona riuscita di questo ennesimo tentativo. Bisognerà lavorare a stretto contatto con i comuni, i ristoratori, gli alberghi e tutte quelle agenzie che possono determinare lo sviluppo o l’insuccesso di una simile organizzazione. Va costruito un percorso strutturato, il territorio va coinvolto ma non deve tenersi escluso perchè sono varie le componenti che entrano in gioco. Noi ci siamo».
«Per il territorio questa ripresa rappresenta un gran vantaggio in termini di visibilità, un’opzione strategica soprattutto per il Gargano – sottolinea Guglielmi – che conta già tantissimi turisti ma che andrebbero meglio distribuiti durante l’arco dell’anno. Cercheremo di capire il piano industriale della compagnia, poi valuteremo. Devo dire con rammarico che finora la nostra agenzia, una delle giù attive sull’incoming, non è mai stata coinvolta seriamente in questo genere di programmazione e anche la segretezza con cui è stato difeso il nome della compagnia a ventiquattr’ore dall’annuncio non si spiega se non con la volontà di intestarsi un successo ben prima di essere partiti.
E’ tutto un segreto di Padre Pio». Guglielmi dal suo ufficio incoming di Vieste monitora un quadro in assoluta crescita, pur senza voli: «3,5 milioni di arrivi l’anno solo nella città di Vieste – sottolinea – senza contare tutti quei turisti non dichiarati. Parliamo di un volume di traffico notevolissimo, molti di questi turisti in futuro potrebbero raggiungere il Gargano anche con l’aereo. Per questo ci vuole un piano industriale importante, se così fosse sarei disposto anche a investire sulla compagnia».
«La grande sfida – aggiunge Notarangelo – è capire qual è la destinazione internazionale scelta da Aeroporti di Puglia con la quale attivare i collegamenti diretti con la provincia di Foggia. Non appena ne saremo messi al corrente ci attiveremo immediatamente i nostri tour operator di riferimento per stabilire una base di contratto per la prossima stagione. Il Gargano tutto l’anno si può fare, ce lo dicono i nostri cugini del Salento e della Valle d’Itria. Ma avere l’aereo è solo il primo passo».
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