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LA DEMOLIZIONE DEL BUON SENSO!

Riceviamo e pubblichiamo ——

A Vieste è stato demolito il buon senso. Da qualche anno a questa parte, qualunque sia l’ambito di discussione, il buon senso sembra essere stato messo alla berlina da buona parte della cittadinanza, in nome di uno sfrenato sentimento di giustizialismo, che spesse volte arriva a ledere la dignità dei singoli cittadini.

Ma dovremmo chiederci: cosa è la giustizia senza il buon senso? Può mai considerarsi veramente giusta, la giustizia che si priva di un umano sentimento di ragionevole buon senso?

Parliamo di quel buon senso, che come dice lo scrittore Salvatore Primiceri, non è da confondere con il buonismo: il buonismo è forma, il buon senso è sostanza.

Il buon senso definito come la capacità naturale dell’uomo di distinguere il buono dal cattivo e il giusto dall’ingiusto.

E allora ci si dovrebbe chiedere quanto buon senso ci sia stato quando, qualche anno fa, nel bel mezzo del mese di luglio, si sia presa la decisione di inviare un battaglione di uomini delle forze dell’ordine in scorta a dei mezzi demolitori all’interno di una nota struttura ricettiva del lungomare Europa per appropriarsi di un’area demaniale.

Non sarebbe stato più “di buon senso” farlo durante i mesi invernali per evitare l’imbarazzo ai titolari, vistisi trattati come manco il peggiore dei latitanti mafiosi?

A questo poi andrebbe aggiunto che, nei giorni seguenti, tanto di comunicati sindacali a reti unificate hanno dichiarato che quell’azione era resa necessaria perchè quell’area sarebbe dovuta servire per accogliere un pozzo di sollevamento per servire l’intera area nord di Vieste della rete fognaria, e che ad oggi, dopo 4 anni, non c’è traccia nè della fogna nè del pozzo di sollevamento. Oggi c’è solo uno dei tanti parcheggio a pagamento.

Ancora: ci si dovrebbe chiedere quanto buon senso sia stato messo in campo nel procedere con l’ordinanza di demolizione di qualche giorno fa, in zona San Lorenzo di una struttura abusiva. Perché non farlo fuori stagione? Perché farlo senza preavviso?

Perché gli innumerevoli tentativi di sanare la struttura da parte dei proprietari, arrivati finanche a demolire a spese proprie la parte oggetto di abuso, non sono mai stati presi in considerazione per addivenire ad una soluzione meno drastica e dolorosa?

Perché agire in maniera così spietata?

Potremmo ancora citare i provvedimenti di chiusura di attività commerciali, l’istituzione della ZTL eseguita il 20 agosto, lo sgombero delle palazzine popolari al centro storico, le cartelle esattoriali inviate a mezza città pochi giorni prima di Natale…

Tutte decisioni che lasciano intendere che quella capacità di saper riconoscere in ciò che è giusto giuridicamente, anche ciò che è buono moralmente, non appartiene a questa nuova classe dirigente che governa la città.

La persecuzione del valore della giustizia, se non affiancato da una componente emotiva di carattere morale, diventa incompatibile con i principi di democrazia e libertà.

La giustizia applicata senza empatia, la Storia recente d’Italia ci insegna essere buona solo per i totalitarismi.

Quei totalitarismi che tanti dicono che “hanno fatto anche cose buone”, ma che il solo ricordo di quelle cattive mette ancora i brividi a distanza di quasi cent’anni.

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