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IL GARGANO SCONFIGGE LA CRISI E VIENE INCORONATO «RE» DEL TURISMO. NOTARANGELO: «MA VA RIVISTA LA POLITICA DI PROMOZIONE»

La «Montagna del Sole» resta una delle mete turistiche più fre­quentate della Puglia e d’Italia, il promontorio circondato dal mare resiste nel complicato contesto at­tuale, segnato da crisi economica, inflazione, Covid, difficoltà a tro­vare lavoratori stagionali. Sul Gargano il flusso dei turisti scor­re senza soluzione di continuità, con certezze che si mantengono immutate e sfumature che varia­no rispetto al recente passato.

Mentre Ferragosto si avvicina, è tempo di primi bilanci. «Siamo soddisfatti, contenti di come stan­no andando le cose – dice Gino Notarangelo, presidente di Federalberghi Foggia e titolare del Gattarella Resort a Vieste -. C’è stato un buon avvio, con entu­siasmo, voglia di ripartire. Poi il rialzo dei contagi ha determinato una nuova fase che abbiamo dovuto gestire, con annullamenti all’ultimo momento, e prenotazioni in extremis. Camere che in pas­sato venivano occupate subito, adesso magari ci vengono richie­ste a stagione in corso. Ma, al di là di questo, ci sono buoni motivi per continuare ad impegnarsi in questo settore e guardare con fi­ducia al futuro. La nostra strut­tura si è specializzata nel turismo per famiglie e bambini, crediamo di aver fatto la scelta giusta».

Il Gargano, anche quest’anno, è la locomotiva del tu­rismo in Puglia?

Per i dati ufficiali è presto, li avremo al termine della stagione. Credo che verranno fuori numeri non molto distanti da quelli del 2021, quando Vieste è stata la re­gina della regione per presenze: quasi 2 milioni. Rispetto al Sa­lento abbiamo meno strutture tu­ristiche ma molti posti letto in più. In provincia di Foggia non ci manca nulla: abbiamo sole, mare, montagna, laghi, siti culturali e religiosi.

C’è un problema caro prezzi sul Gargano?

Non direi. Ritocchi in linea con il resto della Puglia e delle altre regioni. Non capisco come in Inghilterra, secondo l’analisi del Post Office, si possa dire che la Pu­glia è tra le mete più care al mon­do. È ridicolo. Questo periodo ri­corda quello di quando passam­mo dalla lira all’euro, nessuno lo nega: le difficoltà per le famiglie ci sono, specie quelle con redditi più contenuti. Ma l’offerta turistica sul Gargano è varia e per tutte le tasche: si va dai campeggi ai resort.

Anche a Vieste, Peschici e nel resto del Gargano si fa fatica a trovare lavoratori stagionali?

«Come ovunque, da Livigno a Mazara del Vallo. E al di là delle polemiche legate al reddito di cittadinanza, che resta uno stru­mento utile a mio parere, e da potenziare per chi ne ha davvero bisogno, non per chi ne approfitta per starsene a casa a non far nulla o per lavorare nell’illegalità. C’è stata un’era pre-Covid e un’epoca, adesso, post Covid. La pandemia ha cambiato completamente lo scenario, il nostro approccio alla vita e al tempo libero, per cui è sempre più difficile trovare persone disponibili a lavorare per soli 4 mesi, nonostante gli im­prenditori siano disposti a tutto, sul piano economico, pur di re­perire il personale che serve. A questo va aggiunto che siamo un Paese vecchio, dove si fanno po­chi figli e quindi anche nel mondo del lavoro non c’è il ricambio cessarlo. È un periodo storico in cui dobbiamo trovare un nuovo equilibrio».

La criminalità nel Foggiano incide nello sviluppo del set­tore turistico?

«Non più che in altre aree della Puglia e del Sud, se penso ad esempio agli arresti dei giorni scorsi a Bari per estorsione ad un imprenditore del settore ricetti­vo. A Vieste c’è un’associazione antiracket che funziona, è un esempio. Bisogna denunciare se si ha a che fare con pressioni o minacce mafiose, solo così ci si sente davvero liberi».

L’imminente riapertura del­l’aeroporto di Foggia può far decollare anche l’economia della Capitanata e il turi­smo?  

«È una grande opportunità per tutti, che dobbiamo saper coglie­re. Può segnare davvero la svolta per il nostro territorio, può aiu­tarci a intercettare turisti anche nel periodo invernale, puntando sui percorsi culturali, religiosi ed enogastronomici, visite ai frantoi e alle cantine. Bisogna fare squa­dra, i Comuni devono collaborare tra di loro. Finora eravamo ta­gliati fuori: per certe fette di mer­cato, quando non sei raggiungi­bile entro un’ora e mezza sei in­vendibile».

Altre idee per il futuro.

«Oltre a puntare sull’aeroporto, è necessario rivedere con la Re­gione la programmazione turisti­ca: siamo in attesa da sette anni. Un nuovo sistema di promozione della nostra regione può aiutarci a rafforzarci, a farci conoscere di più e meglio anche all’estero».

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