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PIANO CASA, COSA È CAMBIATO? LA REGIONE INTERROGA I COMUNI

La Regione Puglia ha avviato il monitoraggio sull’applicazione del Piano casa dal 2009 ad oggi. Un censimento mai effettuato in 13 anni, ma indispensabile per comprendere quali quanti siano statigli effetti di ampliamenti, demolizioni e ricostruzioni con bonus edilizi dal 20 al 35% di cubature in più rispetto all’esistente.

Obiettivo valutare gli scempi realizzati sui territori considerando le forzature infilate nel tempo dal consiglio regionale che ha autorizzato la trasformazione di capannoni industriali in appartamenti o la costruzione di grattacieli in campagna o, ancora, interventi in zone di pregio naturalistico, culturale o paesaggistico. Correzioni che hanno stravolto i principi originari del Piano casa, trasformato nel corso degli anni in un caterpillar a danno di bellezze e scorci incontaminati. Non a caso la Corte Costituzionale è intervenuta per ben tre volte a bacchettare l’edilizia creativa della Puglia segnalando la lesione di principi costituzionali e norme quadro nazionale in tema di urbanistica e pianificazione del territorio.

A fine luglio, invece, il consiglio regionale ha approvato il nuovo piano casa, una legge strutturale per promuovere la cosiddetta eco edilizia che di ecologico sembra aver mantenuto solo il titolo. Il partito del mattone, infatti, ha stravolto il testo iniziale a firma dell’assessore al ramo Anna Grazia Maraschio, inserendo aumenti di cubature a scopo residenziale nelle zone di campagna, ma anche nelle zone vincolate con la possibilità di cambi di destinazione d’uso nelle zone B e C. Confermati anche gli incentivi per gli allargamenti e rottamazioni di immobili, ma con un paletto ben preciso. La norma non prevede l’auto applicazione, ma ha bisogno del filtro dei comuni ai quali è stato assegnato il compito di delimitare le aree d’intervento definendo zone ed immobili su cui sarà possibile intervenire.

L’assessorato all’urbanistica ha inviato nei giorni scorsi 257 lettere ai comuni sollecitando l’elenco dei progetti realizzati. Ma solo in pochi hanno risposto, una trentina di piccoli centri che hanno segnalato due o tre interventi a testa di modesta entità. Il grosso ha detto di non avere personale per effettuare il censimento.

E così gli unici dati disponibili sono quelli del comune di Bari: dal 2009 ad oggi sono stati approvati 700 progetti di piano casa che hanno sviluppato volumetrie per oltre due milioni di metri cubi.