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CARENZA DI MEDICI NEGLI OSPEDALI, LA REGIONE ARRUOLA I PENSIONATI: SARANNO PAGATI 60 EURO L’ORA

Negli ospedali pugliesi mancano 2mila medici e nel 118 almeno altre 200 unità.

Medici stranieri per far fronte alla grave carenza di medici negli ospedali pubblici e nel sistema dell’emergenza urgenza 118? «No, grazie, meglio far ricorso ai pensionati». L’assessore alla Sanità della Regione Puglia, Rocco Palese, è chiaro: «Ritengo che al momento attuale la legislazione nazionale consenta solo a figure sanitarie dell’Ucraina di svolgere la professione in Italia, qualora fossero sul nostro territorio. Non c’è – prosegue Palese – una legge nazionale che disciplina la questione e specialmente da un punto di vista medico legale una soluzione del genere si presenterebbe rischiosa. In caso di prestazioni sbagliate, chi ne risponderebbe? C’è anche un problema relativo alle lingue – spiega l’assessore – e anche al procedimento di riconoscimento del titolo che, in tutto il suo iter, comporta nel nostro Paese, un periodo di quasi due anni».

Eppure la Calabria assume medici cubani attraverso le cooperative. La Puglia si rivolge invece ai medici pensionati, sfruttando la proroga contenuta in un decreto legge nazionale entrato in vigore agli inizi di agosto che consente l’assunzione di personale in quiescenza per far fronte allo stato di emergenza. Lo si poteva fare dal 2020, ma grazie alla proroga e alla circolare attuativa della Regione, le Asl pugliesi, fino al 31 dicembre del 2023, potranno ancora assumere, dopo le opportune verifiche dello stato di necessità, i medici, i dirigenti e gli operatori sanitari in pensione e avviare le relative procedure di reclutamento attraverso avvisi pubblici. Negli ospedali pugliesi mancherebbero circa duemila medici e nel comparto dell’emergenza-urgenza 118 l’organico lamenta una carenza di almeno 200 unità. Sul territorio, poi, ci sono già difficoltà a reperire i medici di medicina generale per far fronte ai posti lasciati vacanti da chi va in pensione.

La circolare, inviata ieri al presidente Michele Emiliano e a tutte le Asl, dall’assessore Palese e dal direttore del dipartimento regionale per la salute, Vito Montanaro, non solo autorizza i direttori generali, «dopo aver verificato l’impossibilità di assumere personale per il corrispondente profilo professionale, anche facendo ricorso agli idonei collocati in graduatorie concorsuali in vigore», a pubblicare i bandi, ma chiede anche di fornire al Dipartimento «una dettagliata relazione in merito al personale in quiescenza eventualmente assunto sinora e alla spesa effettivamente sostenuta per ciascun profilo professionale». I medici dirigenti in pensione assunti saranno pagati 60 euro lordi all’ora e il compenso non andrà a pesare fiscalmente sul reddito pensionistico. «La carenza di medici si registra in tutta Italia – spiega Palese – ed è stata essenzialmente generata dalla disposizione del numero programmato per l’accesso alla facoltà di medicina e chirurgia introdotto nel ’90 perché c’erano troppi medici rispetto al fabbisogno e che erroneamente è stato mantenuto per 30 anni, fino a che non è arrivato il Covid a svegliare tutti. Così due anni fa – continua Palese – è stato quasi raddoppiato il numero degli iscritti alla facoltà e triplicate le borse di specializzazione. Ma perché se ne vedano gli effetti occorre tempo, ovviamente».

E se la punta dell’iceberg è quella dell’emergenza urgenza, la carenza, spiega Palese, è ben visibile ora anche tra i medici di famiglia. «La situazione non migliorerà nei prossimi anni. Secondo gli esperti, a partire dal 2.000, andava incrementato in maniera progressiva il numero di iscrizioni e dunque anche le borse di specializzazione, per evitare ciò che sta accadendo». La disposizione regionale «non è che la replica della misura straordinaria adottata per la campagna vaccinale che ha ottenuto ottimi risultati – ricorda Palese – Certo questa non è la soluzione, ma faccio un appello ai colleghi perché aderiscano a questa ennesima chiamata».

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