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SCUOLA/ OLTRE 500 LE CATTEDRE SCOPERTE IN PUGLIA. E 58 ISTITUTI DOVRANNO DIVIDERSI IL PRESIDE

Problemi anche per le mense: solo il 25.6% delle classi di scuola primaria potrà fare il tempo pieno.

Anno scolastico nuovo, problemi vecchi in Puglia. A pochi giorni dal ritorno in aula, a farla da padrone è il precariato, sia tra i professori che tra il personale amministrativo, tecnico e ausiliare. Una carenza, quest’ultima, che induce la Uil Scuola puglia a chiedere «con urgenza un decreto legge che ripristini le condizioni per un anno scolastico in sicurezza, altrimenti chiederemo pubblicamente ai prefetti di intervenire». Non solo. Sono 58 le scuole pugliesi che dovranno dividersi il preside, nel senso che un dirigente scolastico sarà costretto a gestire più istituti, per via del blocco delle assunzioni effettuato dal Mef. E anche il tempo pieno nella scuola primaria è al palo, limitato al solo 25,6% delle classi – peggio della Puglia fa solo la Sicilia – a fronte di una media nazionale del 47,2% contro il 61,4% dell’Emilia Romagna, il 62,4% della Toscana e il 64,9% del Lazio.

A lanciare l’allarme i sindacati di categoria della scuola, Cgil, Cisl e Uil. «Il Pnrr – spiega Flc Cgil Puglia – stanzia 960 milioni di euro per estendere il tempo pieno e favorire l’apertura delle sedi scolastiche al territorio anche oltre l’orario delle attività didattiche. Riteniamo, quindi, alla luce dei dati forniti dal ministero, che la Puglia debba essere in prima linea nell’attingere a queste risorse per l’ampliamento del tempo scuola e avvalersi di modelli organizzativi e didattici – prosegue la Cgil scuola – adeguati ai bisogni formativi e alle pari opportunità di educazione e istruzione delle alunne e degli alunni su tutto il territorio nazionale». In soldoni, il semplice innalzamento della percentuale pugliese a livello della media nazionale comporterebbe un incremento di 300-350 posti nella sola scuola primaria.

Sul fronte professori, in Puglia, mancano all’appello più di 500 docenti di ruolo su un contingente previsto di 5.015 assunzioni a tempo indeterminato. «Ciò – denuncia la Flc Cgil Puglia – anche a causa dell’alto numero di bocciati in prove a quiz di stampo puramente nozionistico e spesso anche errati nell’impostazione che hanno contribuito all’incremento del contenzioso». Per non parlare delle graduatorie provinciali per le supplenze «che – spiega il sindacato – sono state pubblicate piene zeppe di errori a causa, tra le altre cose, sia di un sistema informatico con algoritmi non sempre precisi nella programmazione, sia di indicazioni sulla compilazione non sempre chiare».

A questo si aggiunga la cronica carenza di organico e il pasticcio è servito. Sul personale Ata, poi, pesa fortemente la soppressione dell’organico aggiuntivo Covid. E i presidi sono alle prese, quindi, con la maionese impazzita delle supplenze e la richiesta di personale in deroga, cioè oltre quello previsto di diritto, per far fronte, dicono i sindacati di categoria, «sia alle necessarie misure per la sanificazione degli ambienti, che all’adempimento di tutte le procedure amministrative legate alla gestione dei contagiati Covid e dei fragili e per l’utilizzo efficace delle risorse del Pnrr». «Il personale Ata assegnato alle scuole pugliesi risulta assolutamente insufficiente per garantire l’erogazione del servizio scolastico – attacca Gianni Verga, segretario generale Uil Scuola Puglia- Così, anche aprire gli istituti, per non parlare della gestione quotidiana degli stessi, tra qualche giorno, sarà pressoché un’impresa».

Le scuole, secondo la Uil, passeranno da un organico aggiuntivo di collaboratori scolastici pari a 3.928 unità (3.188 di organico Covid, oltre a 740 di organico in deroga), relativo all’anno scolastico appena conclusosi, ai 740 del prossimo. «Si passa, così – spiega Verga – da una media di 5,6 collaboratori scolastici per scuola (anno scolastico 2021/22) ad una media di 1,3 del prossimo anno scolastico, senza che, nei fatti, sia cambiato nulla. Alla scuola – prosegue Verga – non servono risorse inutili del Pnrr per finanziare progetti extracurricolari, ma occorrono segnali seri per garantire la gestione dell’ordinario». La situazione non migliora se si passa sul fronte dirigenti. «Anzi – denuncia la Cisl scuola – è stata aggravata anche da un intervento a gamba tesa del Mef che ha autorizzato solo 317 assunzioni a fronte delle 545 inizialmente previste, determinando in 5 regioni del Sud, tra cui la Puglia, la gravissima conseguenza dell’assenza di posti».

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