Le leggi della Regione Puglia sono più stringenti nella prevenzione dei tumori rispetto alle nuove indicazioni della Commissione europea. Ma c’è un però: peccato che quelle norme restino in parte inapplicate.
Lo fa notare il presidente della commissione Bilancio e Programmazione, Fabiano Amati.
Il consigliere regionale Pd, pur dai banchi della maggioranza, non perde l’occasione per puntare l’indice contro quelle che giudica le manchevolezze del governo Emiliano. Questa volta l’occasione gliela fornisce la nuova raccomandazione per la lotta al cancro presentata dalla Ue, che ha ampliato le classi d’età interessate allo screening al seno, al colon e al collo dell’utero.«In Puglia l’estensione delle classi d’età, per i primi due tumori, è purtroppo in parte disattesa. Se dovesse continuare così, ovviamente, a dicembre decadranno tutti i Dg delle Asl per mancata esecuzione dei nuovi programmi, così come espressamente prevedono le leggi regionali approvate nei mesi scorsi, e purtroppo continueremo a perdere vite umane».
«Le leggi pugliesi – ricorda – prevedono lo screening addirittura per classi d’età più ampie rispetto a quanto oggi chiede l’Europa».Per il tumore al seno l’Ue richiede l’estensione delle classi d’età da 50-69 a 45-74. «In Puglia – sottolinea Amati – è già previsto da 45 a 74 anni, con ammissione della classe 40-44 alla verifica sulla familiarità. Per il tumore al colon, invece – continua – l’Europa richiede l’estensione delle classi d’età da 50-69 a 50-74; in Puglia è già previsto da 45 a 74 anni».E ancora: «Le leggi pugliesi prevedono già da subito l’estensione degli screening al 100 per cento della popolazione target, mentre l’Europa richiede di raggiungere l’obiettivo del 90 per cento entro il 2025. Anche su questo, dunque, la legislazione pugliese è all’avanguardia».
Ma non è tutto oro quel che luccica, si affretta a chiarire. «Mentre il consiglio regionale si dimostra all’avanguardia, anche rispetto alle più ampie decisioni europee, l’apparato politico-amministrativo – è l’affondo di Amati – che dovrebbe eseguire le leggi si dimostra lento ed estremamente disponibile a ingigantire le difficoltà per raggiungere gli obiettivi». Ed elenca ciò che di fatto impedisce di dare seguito concreto ai buoni propositi: «Allo stato, non sono ancora entrati in funzione gli strumenti informatici per la prenotazione automatica degli screening nei tempi previsti, gli inviti al 100 per cento della popolazione target e la sorveglianza clinico-strumentale gratuita per i soggetti con mutazione genetica. Insomma – attacca – facciamo pena anche su questioni dove dovremmo essere avanguardia e ciò per un’inerzia clamorosa nel posizionarsi dalla parte del dolore umano, sovrastati da un interesse superiore per gli ingranaggi di potere e di organizzazione che purtroppo caratterizzano l’amministrazione pubblica della sanità».
Amati si «consola» con la circostanza che «le leggi pugliesi sugli screening, qualora i risultati previsti non saranno raggiunti, prevedono tra qualche mese la decadenza automatica dei direttori generali; un deterrente all’inerzia che forse in molti non hanno colto sino in fondo, per cui mi permetto di ricordarlo».
garzzettamezzogiorno